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Guccinelli: "Oggi Sarzana è una città più insicura e degradata" In evidenza

 Il candidato sindaco ha esposto il suo punto di vista sul tema sicurezza.

Si è tenuta ieri mattina la conferenza stampa a tema sicurezza convocata, presso il point di Piazza Luni, da Renzo Guccinelli, candidato a sindaco per Sarzana per l'area di centrosinistra. "Oggi voglio affrontare la questione sicurezza per un duplice motivo: prima di tutto perché 5 anni fa Ponzanelli e la sua alleanza annunciarono di voler essere i paladini della sicurezza in città e che con loro finalmente Sarzana avrebbe cominciato a rigare dritta e sarebbero spariti tutti i problemi legati alla sicurezza. In secondo luogo perché Sarzana oggi è una città più degradata e meno sicura, e questo è sotto gli occhi di tutti".

Guccinelli fa riferimento agli inizi della giunta Ponzanelli. "Appena insediati ricordo la campagna propagandistica di caccia all'abusivo nei parcheggi e ai giardini, con assessori trasformati in sceriffi che portando via qualche birra pensavano di aver risolto ogni problema di disordine e decoro. Peccato però che adesso ci troviamo a confrontarci con il fallimento di questa giunta, e non solo sul piano della sicurezza ma anche, come detto in diverse occasioni, dei servizi sociali completamente smembrati, del commercio per non parlare della sanità. La sicurezza però era la loro bandiera: promettevano una città più sicura e attraente, a braccetto con il decoro urbano. Sono riusciti a rovinarli entrambi, restituendoci una città degradata e con molte aree pericolose".

Che la città di Sarzana sia più insicura lo affermano i sarzanesi. "Ascoltando e incontrando le persone in giro nei quartieri, mi è stato posto tante volte e con forza il problema della sicurezza, presente in molte zone e addirittura esasperato in altre. Faccio l'esempio delle case popolari di Trinità dove gli abitanti mi hanno raccontato di barricarsi in casa la sera perché il quartiere è buio e in mano allo spaccio che è cresciuto ovunque a Sarzana, così come i fenomeni di vandalismo, risse, disordine, fino a fatti estremi di Piazza Garibaldi. Le telecamere non bastano, tanto più che raramente servono davvero a riconoscere chi commette un reato. Il risultato è una città abbandonata e degradata simbolo del fallimento di un malgoverno che ha agito più sulla propaganda che sul fare".

Guccinelli, oltre alle critiche, ha parlato anche di proposte e soluzioni per affrontare seriamente il  problema sicurezza e disordine: "Non voglio solo denunciare, voglio proporre delle idee: il diritto alla sicurezza deve partire dal regole chiare e rigide: rispetto degli orari, dei beni comuni del patrimonio culturale e per fare questo occorre un maggior coordinamento con le forze dell'ordine e il potenziamento del servizio dei vigili urbani soprattutto su strada. Una città come Sarzana non può non avere un terzo turno di vigilanza, il comando di Polizia Municipale non piò chiudere alle 20. Vanno trovati i fondi per potenziare gli organici".

Per dare sicurezza a un città, secondo Guccinelli bisogna ripulire e riqualificare le aree più disagiate: "La vivibilità di un luogo si ottiene investendo su decoro, illuminazione e proposte sociali e culturali. Torno sul quartiere Trinità: ci si viveva bene quando c'era il torneo di calcio, le feste, la musica. Anche i giardini della stazione vanno riqualificati: resta valida la mia idea di aprire un centro musicale per i giovani. In generale, più grande è il degrado di un'area, più su quell'area bisogna investire".

L'educazione civica è tra le proposte di Guccinelli per combattere vandalismo e atti simili. "Promuovere incontri con i giovani è un'altra strada obbligatoria per prevenire certi fenomeni. Immagino l'apertura di un Ufficio per le politiche della legalità e della sicurezza che dialoghi con le scuole e con le consulte per un percorso di educazione alla legalità. Non basta incontrare le consulte con Polizia e Carabinieri, cosa che va assolutamente fatta, ma i giovani vanno coinvolti direttamente, va sviluppato in loro il senso civico e il rispetto per il bene pubblico. La figura di 'educatore' che potrebbe nascere in collaborazione con il settore sociale del Comune e quello socio sanitario, potrebbe essere molto utile alla causa".

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