La ristorazione negli ultimi anni ha vissuto uno dei periodi più duri. Se da un lato il lockdown ha sdoganato il servizio del delivery (pur aprendo la strada a una nuova figura di precariato, come i rider, che oggi è quanto mai urgente regolarizzare) dall’altro ha messo in crisi diverse attività che forse (speriamo) si apprestano a vivere il primo anno “normale” con una stagione che si preannuncia piena e ricca anche dal punto di vista turistico.
Se andiamo ad analizzare le criticità del settore, non possiamo non prendere in esame la difficoltà nella ricerca del personale. In questo senso la mia proposta è quella della creazione di corsi professionali, finanziati dal comune o dal centro per l’impiego, e di conseguenza garantire il personale qualificato di cui i ristoratori hanno bisogno.
Il lavoratore, una volta affinato con corsi professionali, verrebbe inserito in liste da cui i ristoratori possono attingere, stipulando regolari contratti, cosa che garantirebbe ai titolari il salto qualitativo di cui spesso sono alla ricerca per fidelizzare i clienti e, al contempo, durante la stagione, non farebbe scendere il livello del servizio a causa dell’inesperienza del personale stagionale.
Garantire allo stagionale la naspi necessaria per tornare a lavorare con la stagione successiva, avviando quel volano necessario a stabilizzare le attività e a rasserenare i dipendenti incrementandone la produttività. Importante garantire anche al titolare di poter seguire corsi di social marketing e aggiornamenti, sulle tendenze enogastromiche, cosi da poter proporre e aggiornare frequentemente la proposta del locale.
Le politiche attive del lavoro (su cui non s’investe sufficientemente) sono un’opportunità per i cittadini e per le aziende che sono capaci di cogliere le occasioni per acquisire nuove competenze e valorizzarle attraverso periodi di formazione, tirocinio e inserimento. Il progetto della scuola di formazione potrebbe intersecarsi con investimenti maggiori, mettendo a frutto più semplicemente gli sforzi fatti a livello locale.
Alle attività virtuose (per condizioni di lavoro dei dipendenti e sicurezza sul lavoro) il comune può garantire bonus per la digitalizzazione (da affiancare a quelli nazionali e regionali) ovvero per il rafforzamento della presenza online e per la modernizzazione dei sistemi cassa, ordini, computer. Oggi è infatti necessario avere un’identità digitale forte e strumenti moderni che semplifichino il lavoro (ad esempio, un sistema di prenotazione con addebito del coperto come cauzione).
Non dimentichiamo poi che, vista la situazione internazionale con gli aumenti del costo di energia e gas, il comune dovrebbe garantire una riduzione della TARI e una riduzione della tassa comunale di pubblicità e della COSAP, cercando di assorbirne gli aumenti.
Sarebbe inoltre necessario modernizzare e rendere efficiente il sito www.myspezia.it, trasformandolo da mero contenitore di servizi terzi (raffazzonato e praticamente sconosciuto) in una app che consenta di essere un vero ricettacolo per ristoratori e operatori turistici della città, da far conoscere in Italia e all’estero con promozioni, sconti e servizi di prenotazione per tavoli e camere.
Inoltre per ultimo, ma non per importanza, sarebbe utile e opportuno che il comune convocasse un tavolo delle idee a livello settoriale, di libero accesso e iscrizione, prima e dopo la stagione per analizzare la situazione e le criticità e dare risposte rapide prima e fare un resoconto con nuove idee per la stagione successiva dopo.
Questo può essere un anno di ripartenza, cerchiamo di ripartire anche e soprattutto con nuove idee e nuovi strumenti di garanzia per un futuro che sia migliore per tutti.
Giovanni Brancato,
candidato al Consiglio Comunale della Spezia per il Movimento 5 Stelle