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Isolabella ricorda De Mita: "L'ultimo grande della Democrazia Cristiana"

Il capolista dell'UDC alle prossime amministrative traccia un ritratto del noto politico deceduto ieri.

La notizia della scomparsa di Ciriaco De Mita forse non ha avuto la rilevanza che meritava, l'ultimo grande della Democrazia Cristiana.

De Mita presidente del consiglio e segretario del partito lo si può considerare il continuatore della tradizione di De Gasperi, Moro, Fanfani e Andreotti, fine pensatore che aveva compreso la necessità di sfidare gli alleati del centro sinistra con una alternativa al governo del presidente del consiglio. Infatti per la prima volta nel suo tempo si era avverato che la guida del governo fosse affidata a Craxi e a Spadolini.

La sua maturazione politica era avvenuta all'interno della corrente di base che aveva favorito a quei tempi l'ingresso nel governo del partito socialista italiano, favorevole ad una politica distensiva verso i paesi del Mediterraneo, pronto al dialogo col mondo arabo secondo la linea tracciata da Enrico Mattei, che intravedeva lo sviluppo del nostro Paese legato alla garanzia di sicuri approvvigionamenti energetici. Così era nata l'ENI pronta a sfidare nel mondo il potere delle sette sorelle; ne fece le spese il suo propulsore ed inventore.

La sua scelta era quella della politica del confronto con il partito comunista già in parte ad un potere condiviso in Italia, nelle regioni e nei comuni e quindi sperimentato alle nostre regole democratiche.

Era riuscito a riportare alla Presidenza della Repubblica un democristiano, Francesco Cossiga, componente della sua corrente di base.
Aveva comunque rifiutato, nel periodo in cui si avviava verso la fine della sua stagione politica,  un ingresso nel partito democratico in quanto riteneva difficilmente coniugabili i valori che provenivano da un insegnamento della dottrina sociale rispetto ai vecchi residui ricordi di una tradizione marxista. La sua si poteva definire una posizione raffinata di sinistra che si contrapponeva ai modelli dell'organizzazione della nostra società, con quella socialista materialista, guidata dal profondo pensiero del nostro cristianesimo.

Lo si può considerare quindi l'ultimo portatore di quei residui valori rappresentati nel 20esimo secolo.


Loriano Isolabella

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