Il M5S ritiene che creare nuove “zone buffer” destinate ai containers per fronteggiare ondate di traffico, sarebbe fortemente impattante e insostenibile per l’ambiente, per la salute dei cittadini e comprometterebbe ulteriormente le possibilità di sviluppo del turismo, ma anche di un utilizzo dell’area in un’ottica di industria innovativa in coerenza con gli obiettivi del Green Deal. Le “zone buffer”, infatti, dovrebbero svolgere una funzione di tutela naturale e paesaggistica e contenere una serie di funzioni e servizi che facciano da filtro alle pressioni di diverso tipo che possono gravare sul sito, non esasperare ulteriormente il già compromesso equilibrio ambientale e sanitario.
Inoltre, al di là delle singole opzioni di uso futuro dell’area della centrale Enel, occorre considerare che quello che è sempre mancato nell'area est della città è un bilancio ambientale economico e sociale su scenari alternativi che abbiano come parametro principale gli obiettivi di prevenzione sanitaria. Un lavoro che si può fare in pochi mesi, mettendo in campo competenze che ci sono e sulla base di questo bilancio, che consiste nel definire le scelte strategiche in quell'area.
Invece la classe dirigente locale si è limitata a infiorettare le decisioni strategiche degli investitori senza nessuna cabina di regia politica. Alla fine si rischiano nuovi investimenti a bassa produttività fattore lavoro e alti investimenti di capitale: tradotto, poca occupazione, bassa qualità di sviluppo e impatti ambientali e sanitari che restano insostenibili, modello che peraltro ha trionfato per decenni alla Spezia, ma almeno nella versione partecipazioni statali produceva occupazione, ora neppure quella.
I candidati della Lista spezzina del M5S alle elezioni amministrative del 12 giugno 2022