Lo stereotipo dei giovani che non hanno voglia di lavorare si fa largo tra i proprietari di bar e ristoranti, anche spezzini. Ebbene sì, è arrivato il periodo dei lavori stagionali, quelli che durano da aprile a settembre e che per la stragrande maggioranza vengono effettuati dai giovani o da chi non ha trovato un lavoro stabile durante l'anno.
Dopo la difficoltà della pandemia i ristoratori hanno la necessità di ricercare personale per la stagione, ma affermano grosse difficoltà a trovare personale e molti di loro danno la spiegazione a questo "fenomeno" alla non volontà di sacrificarsi e al preferire il reddito di cittadinanza dove si può avere soldi senza fare nulla. Discorsi generalisti sul precariato giovanile che sono a dir poco aberranti.
I giovani continuano a spendere il proprio tempo e fatica da anni per i lavori stagionali con la conseguenza dell'incertezza del proprio futuro e con la consapevolezza che avranno in tasca qualche spicciolo e tanto sudore.
Ci troviamo di fronte a una problematica reale nella nostra città, è una spiegazione incredibile senza nessun fondamento che ci siano giovani che preferiscono il reddito di cittadinanza al lavoro.
Questa affermazione è smentita dal fatto che la maggior parte dei giovani spezzini vive ancora in casa con i propri genitori e il reddito è del nucleo familiare complessivo. Quando smetteremo di dire che i giovani non hanno voglia di lavorare e cominceremo a chiederci perché i giovani si sono stufati di essere sfruttati?
Contratti a chiamata, contratti di 3 mesi, straordinari non pagati, paga all'ora di 4 euro, stage fanno vivere i giovani nell'incertezza e in nessuna prospettiva futura, nessun affitto, nessun mutuo.
La consapevolezza è che dovrai metterti di nuovo da ottobre a cercare qualcosa e sperare di trovarlo.
Siamo stufi di essere vittima di queste retoriche, il nostro lavoro vale e non accettiamo di continuare ad essere sfruttati.
Giovani Comuniste/i La Spezia
Rifondazione Comunista La Spezia