Il giudizio dovrà essere chiesto ai soggetti che operano sulla Marina del Levante e a quelli del distretto della nautica che fino ad oggi hanno solo ascoltato parole e partecipato a convegni di facciata senza ricevere alcuna ricaduta positiva sul piano infrastrutturale, della vivibilità, occupazionale, formativo e di sviluppo.
Al netto del periodo Covid, cinque anni di governo della città per partorire un cartellone con un programma di interventi è un po’ pochino.
Peraltro sull'asse della filiera nautica, che cresce a due cifre ogni anno.
Ad oggi nessun nuovo soggetto d’impresa ha trovato interlocuzione con l’amministrazione di centrodestra per trovare collocazione sul nostro territorio e gli interessi a ben vedere non mancherebbero.
Tutte le aziende presenti oggi erano qui già da prima che il Sindaco uscente arrivasse a Palazzo Civico.
Stesso discorso per le aree militari, dialogo istituzionale con la Marina inesistente, risultato città penalizzata, nessuna opportunità di conversione per le aree inutilizzate, un nulla di fatto molto grave.
Idem per le infrastrutture: Calata Paita, Terminal Cruiser, viabilità del levante, urbanistica, Università, formazione.
Tutti temi affrontati solo a parole e slogan dal Sindaco uscente, ma nel concreto congelati a come sono stati ereditati.
Interventi su sostenibilità per mitigare l’impatto delle lavorazioni presenti sulle Marine del levante nemmeno accennati, viabilità dell’area di levante per i cittadini esattamente la stessa di cinque anni fa.
Infrastrutture per le aziende della filiera nautica ancora al punto zero.
Supporto occupazionale un disastro senza nessuna giustificazione.
In cinque anni non sono stati capaci di supportare e ampliare il bacino lavorativo a cui queste aziende avrebbero dovuto attingere.
Nessun investimento su Università, formazione e istruzione, lasciate tutte al proprio destino.
Spazi e laboratori sono stati ottenuti grazie ad una preziosa collaborazione con la Marina Militare, negli anni precedenti all’inserimento dell’attuale giunta.
Oggi tutte le lavorazioni dell’indotto della nautica, eccellenza nazionale, sono in sofferenza per mancanza di maestranze e lavoratori. È un dato di fatto.
Un dato che una classe dirigente attenta e responsabile avrebbe dovuto prevedere e gestire con interventi di politica mirata e programmatica fin da subito.
Invece nulla, solo discorsi e grandi eventi.
Situazione oggi preoccupante e pericolosa non solo per questi cinque anni appena trascorsi, paralizzati e senza interventi tangibili ma anche per la mancanza di progettualità per il futuro che oltre a non attirare nuove risorse stanno mettendo in fuga aziende e cervelli, facendo tornare indietro il nostro territorio e togliendo opportunità di sviluppo per i nostri giovani.
Coordinamento PD La Spezia