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Il Consiglio comunale della Spezia chiede un osservatorio sull'alternanza scuola-lavoro In evidenza

di Elena Voltolini - Mozione approvata con i voti della maggioranza. L'opposizione si astiene, condividendone il senso ma non il tono.

Con 17 voti a favore e 10 astensioni, il Consiglio comunale della Spezia ha approvato la mozione presentata dalla Consigliera Patrizia Saccone e sottoscritta anche dal Consigliere Oscar Teja in merito all'alternanza scuola – lavoro.

Come ha spiegato in fase di presentazione la Consigliera Saccone, la mozione scaturisce dal recente tragico incidente che ha provocato la morte di un ragazzo impegnato in un percorso di formazione professionale e dalla costatazione che il caso non è purtroppo unico.

“La legge – affermano i proponenti della mozione – ha reso obbligatori i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (ex alternanza scuola – lavoro) ma gli studenti non sono sufficientemente tutelati”.
I timori messi in luce nella mozione sono sia di carattere didattico, ovvero che i percorsi non abbiano “un congruo valore formativo e attinenza con l’indirizzo di studi”; sia, soprattutto, sul fronte della sicurezza e dello sfruttamento del lavoro.

“Il rapporto studenti/tutor, che varia da 5 a 1 per le attività ad alto rischio a 12 a 1 per quelle a rischio basso, induce la preoccupazione che gli stage aziendali possano essere usati dalle imprese come sostitutivi del lavoro salariato, con ripercussioni sull’occupazione e sulla capacità negoziale dei lavoratori e delle lavoratrici. La totale mancanza di un compenso per le attività svolte genera nelle studentesse e negli studenti una visione del lavoro che contrasta nettamente col valore che ad esso è attribuito nella Costituzione – si legge sulla mozione, che aggiunge anche un'altra questione - Pur essendo le studentesse e gli studenti in formazione equiparati a lavoratori, tuttavia l’INAIL risarcisce il danno in itinere solo nel percorso da scuola a lavoro e non in quello da casa al lavoro. Questo implica che gli studenti e le studentesse siano scoperti dalla polizza quando si recano al lavoro da casa come accade nel pomeriggio o durante la pausa estiva, o comunque quando il tragitto da casa al lavoro non prevede il passaggio dalla scuola”.

Alla luce di tutto questo, Saccone e Teja chiedono che il Consiglio comunale impegni il sindaco a proporre alla Direzione Scolastica Regionale e alla Provincia della Spezia di istituire un Osservatorio sul PCTO e sugli stage nella formazione professionale. L'Osservatorio dovrebbe verificare che le attività proposte siano effettivamente coerenti con il percorso di studi; definire un modello che gli istituti possano applicare per monitorare il rispetto della normativa in materia di salute e sicurezza; raccogliere segnalazioni e deunciare agli enti competenti irregolarità e abusi.

La maggioranza è, compatta, a favore della mozione; la minoranza, invece, pur concordando sull'importanza della tematica e delle garanzie di sicurezza, sceglie l'astensione. Il distinguo non è tanto nel merito, quanto nei toni. L'opposizione, cioè, ha l'impressione che la mozione sottintenda uno scarso apprezzamento per i percorsi di alternanza scuola-lavoro.

Questa posizione è sintetizzata nelle parole del capogruppo di Spezia Riformista Paolo Manfredini: “L'attenzione che la mozione ripone su tema della sicurezza è largamente condivisibile, personalmente mi lascia perplesso il tono con cui viene affrontato il tema dell'alternanza scuola – lavoro. Io sono tra quelli che dicono: menomale che ci sono questi percorsi. Essenzialmente per tre motivi. Il primo è didattico: è una grande sfida quella di trasformare le conoscenze in competenze. La conoscenza è quello che so, la competenza è quello che so fare con quello che so; la conoscenza presuppone un ricordo, nella competenza le conoscenze scendono in profondità e le posso applicare in ambiti diversi. La sola scuola spesso ha bisogno di qualcosa di ulteriore affinchè negli studenti si compia questo passaggio. La seconda ragione è educativa: le soft skills, come sapere pianificare, lavorare in gruppo, essere affidabili, si imparano sperimentando, si imparano nelle situazioni, non in classe. La terza motivazione è di origine pratica: fare un curriculum, affrontare un colloquio, ma anche le norme sulla sicurezza e la contrattualistica si acquisiscono con questi percorsi.

Nella replica, la Consigliera Saccone puntualizza: "Ritengo questi percorsi un momento formativo importante; ben vengano, ma serve attenzione alla sicurezza e una verifica che davvero le attività siano attinenti agli studi fatti e che permettano effettivamente ai ragazzi di trasformare le conoscenze in competenze".

 

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