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I Giovani Comunisti: "Il supporto psicologico deve essere garantito come diritto alla salute"

La replica a Cambiamo!

 

Apprendiamo che il partito di Toti “Cambiamo!” ha scoperto l’acqua calda, ossia un disagio che denunciamo ormai da anni. La questione del benessere psicologico, infatti, è tornato in auge dopo gli eventi determinati dalla pandemia da COVID-19.
In questi due anni di pandemia si sono accentuate le problematiche che già prima di essa caratterizzavano l’ambiente scolastico, incidevano sulle disuguaglianze economiche e sociali, come i problemi psicologici di vario genere, fenomeni di bullismo e cyber bullismo, abuso di sostanze stupefacenti, abbandono scolastico.

“Cambiamo!” parla dell’abbandono scolastico come una causa determinata dalla fase pandemica. Questo ovviamente non può che farci sorridere, poiché è evidente che l’abbandono scolastico e il disagio che si vive nelle scuole sia il frutto di riforme come la Gelmini del 2008 (vanto della destra) che ha tagliato la bellezza di 10 miliardi di euro su istruzione e università.

Crediamo che sia necessario ricostituire un ambiente scolastico accogliente e sicuro che risponda alle problematiche reali di giovani, studenti e studentesse.

Gli sportelli d’ascolto – ricordiamo a “Cambiamo!” – che esistono già (almeno a livello teorico), ma per la maggioranza sono inattivi o inefficienti.

Teniamo presente che gli sportelli sono già di per sé un errore, poiché tendono a precarizzare ulteriormente un tipo di lavoro che per come è strutturato e, per i definanziamenti alla sanità pubblica firmati dalla giunta regionale di Toti, lo rendono precario e instabile soprattutto per i neolaureati in materia. Occorre ragionare infatti di un servizio pubblico che risponda alle esigenze che già da tempo esistono, attraverso l’introduzione di un sistema organizzato di assistenza psicologica sul territorio con un progetto nazionale efficace attraverso l’integrazione ai servizi sanitari di base locali di personale specializzato fruibile da tutti e tutte senza liste d’attesa infinite, come siamo abituati purtroppo nel nostro territorio.

La nostra proposta è fare in modo che i ragazzi e le ragazze imparino a inserirsi nella società attraverso la mediazione dei saperi e di una relazione educativa attenta al loro benessere e alle loro difficoltà.

Dati statistici recentemente rilevati, infatti, sottolineano come la percentuale di giovani che soffrono di disturbi psicologici e sociali determinati soprattutto dalla pandemia, hanno reso ancor più evidente la necessità di ampliare i servizi della cura della psiche di tutti coloro che ne hanno bisogno. Andare in analisi, per molti giovani, oggi è una necessità di primo ordine che va, a fronte della totale assenza del servizio pubblico, a gravare sulle già precarie situazioni economiche delle famiglie.
Siamo fortemente convinti che l’accesso al supporto psicologico sia necessario e debba essere garantito come diritto alla salute. Non vediamo differenze tra l’andare al pronto soccorso per un braccio rotto ed essere curati, e fare psicoterapia per affrontare le proprie “paure”. Non si tratta quindi di un sostegno che riguarda solo l’individuo, ma ha come punto di caduta la cura della collettività.

I totiani dovrebbero ricordarsi chi governa la regione e chi ha governato sino ad ora il nostro comune, disinteressandosi peraltro completamente delle necessità giovanili e non strumentalizzare il loro malessere psicologico determinato da una società basata sui principi del profitto sulla pelle dei più deboli. È vergognoso infatti che ad oggi siano proprio loro a fare proposte di questo tipo, ci chiediamo a cosa siano serviti allora questi anni di amministrazione disastrosa da loro portata avanti. Scoprono ora i problemi dei giovani della città e non solo?

Giovani Comunisti/e La Spezia

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