Sulla delicata vicenda OSS ci vorrebbe prudenza, invece sceglie di gettarsi a capofitto il consigliere di opposizione Melley: "La Regione, l’Asl e lo stesso Comune hanno DELIBERATAMENTE scartato la possibilità di procedere mediante la costituzione di una apposita società in house alla stabilizzazione lavorativa di tutti questi lavoratori". Fa eco sui social Dina Nobili di Italia Viva :"La politica di Toti e Peracchini ha il dovere al più presto di fare qualcosa attivando la famosa società in house che ad oggi NON HANNO VOLUTO".
Il clichè è sempre lo stesso: intanto buttiamo lì l'accusa ad effetto a Peracchini, e magari ci mettiamo anche Toti, e la ripetiamo da più parti a mo’ di slogan chissà mai che a suon di ripeterla diventi vera. Poi approfondiamo (forse).
Peccato che la Commissione "Economia Lavoro e Occupazione", riunitasi esattamente un mese fa per audire ASL sull'argomento "società in house", smentisca da subito entrambi i consiglieri di opposizione (per saperne di più leggi qui). Il direttore di ASL ha infatti riportato il giudizio della Corte dei Conti depositato in Regione: anche quando si creano società in house, il personale per queste società va assunto tramite procedura di evidenza pubblica. Un concorso quindi anche in questo caso. La facile equazione "in house" = tutti e 158 gli OSS assunti ed è solo colpa di chi non lo vuol fare è quindi priva di fondamento.
Peccato anche che questa audizione di ASL che ha fatto definitivamente chiarezza su questa vicenda fosse stata oltretutto richiesta dal capogruppo PD Raffaelli. PD che poi sulla stampa ne ha omesso l'esito limitandosi ad affermare "È stato possibile farne solo una, con ASL5, molto veloce" . Il tutto per potersi diligentemente allineare al medesimo clichè dell' "ostinazione di Peracchini e Toti sulla strada del concorso pubblico".
Di fronte a tutto questo, si potrebbe parlare solo di una colossale brutta figura del centrosinistra nell'attaccare le Amministrazioni di Città e Regione, se non fosse che chi viene messo di mezzo per questa strumentale operazione politica sono 120 lavoratori.
Con questi lavoratori io scelgo di parlare di soluzioni, e credo che come in altre due crisi occupazionali del territorio di 15 anni fa - Sangiorgio Elettrodomestici e Ceramica Vaccari - la parola chiave debba essere "ricollocazione". Nella consapevolezza che un posto di lavoro non c'è più, nel caso delle aziende per chiusura, nel caso degli OSS per necessaria internalizzazione, i lavoratori rimasti fuori vanno indirizzati verso un altro lavoro, magari diverso ma che garantisca uguale dignità e sostentamento.
I Sindacati sono la realtà che può e deve giocare un ruolo chiave in un'operazione sociale di questo tipo, con la politica pronta a fornire tutto il supporto esterno necessario. In questo senso, un Sindaco ex segretario provinciale di un sindacato confederale, e un assessore al lavoro direttore di una società di formazione credo costituiscano la migliore garanzia di autorevolezza e professionalità su cui gli OSS - e la Città - possono contare quando si parla di lavoro. Con buona pace di chi invece di collaborare alla soluzione preferisce gridare - senza evidentemente nemmeno approfondire - al "dagli all'Amministrazione".
Emanuele Corbani
Consigliere comunale della Spezia