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Questione Afghana, Sarzana è pronta ad accogliere attiviste in pericolo In evidenza

Il sindaco Ponzanelli: "Se le abbandoniamo, diventiamo complici".

“I talebani verranno per le persone come me e mi uccideranno. Sono qui in attesa che arrivino. Non c'è nessuno che aiuti me o la mia famiglia”.  E' la testimonianza di Zarifa Ghafari, 27 anni, la sindaca più giovane dell’Afghanistan, una delle poche donne ad aver mai ricoperto un incarico governativo nella città di Maidan Shar.

Il sindaco di Sarzana Cristina Ponzanelli parte proprio da queste parole per spiegare, con un post su Facebook, la propria posizione sulla questione Afghana e l'impegno che la sua amministrazione è pronta ad assumersi.

"Zarifa è da sempre un riferimento nella lotta per i diritti civili nel suo paese - sottolinea il sindaco di Sarzana Cristina Ponzanelli - e ora è pronta a morire, con l’orgoglio e la forza di lavorare fino all’ultimo istante per la sua comunità. Le sue parole fanno male come e più di un pugno allo stomaco.
Sono tante, sono troppe le storie come questa, di donne, ragazze e bambine afghane ormai pronte a un futuro di dolore e di morte. Non dimentichiamole.
Non permettiamo che le loro vite si perdano nell’oblio dopo qualche giorno di luoghi comuni e frase fatte.
Non cediamo al cinismo di una politica che è già fuggita troppo velocemente dalle proprie responsabilità".

"La questione Afghana ha una dimensione e una complessità storica assoluta, troppo grande per ognuno di noi. Deve essere affrontata con un coordinamento Internazionale, un Governo che dia adeguate istruzioni, un Ministro degli Esteri che sia a Roma. Abbiamo già dato la disponibilità ad accogliere attiviste in pericolo, colpevoli soltanto di aver denunciato le violenze dei Talebani e di voler vivere la loro vita, e le comunità locali faranno la loro parte e ciò che è giusto".

"Non lo faremo solo per Zarifa, per Salima, per Rahel o per qualsiasi altra storia violenta come un pugno allo stomaco, ma anche per noi stessi: se le dimenticheremo, se le abbandoneremo, saremo complici della bestialità di chi vuole umiliarle, ucciderle, cancellarle... e non esisterà una colpa più grande", conclude Ponzanelli.

 

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