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"Per l'area Enel serve una vera svolta" In evidenza

Pd, M5S e LeAli/Lista Sansa chiedono la bonifica dell'area e la sua destinazione a parco tecnologico e progetti di re-industrializzazione sostenibile, coinvolgendo la popolazione.

 

“Le nostre tre forze politiche- dichiarano i consiglieri regionali Davide Natale (Pd), Paolo Ugolini (M5S) e Roberto Centi (LeAli a Spezia/ Lista Sansa)- sono da tempo unite nella battaglia per la definitiva cessazione della Centrale Enel e per traguardare una vera svolta per le aree strategiche occupate attualmente a Vallegrande: aree da bonificare, attuale occupazione da salvaguardare e progetti in campo di riconversione industriale nei settori della green e blue economy.

Sulla base di un percorso avviato negli ultimi anni dai nostri gruppi consiliari di opposizione presenti all’interno del Comune della Spezia e delle istanze presentate a più riprese dallo stesso Comune di Arcola, in Regione ci siamo subito impegnati per tenere alta l’attenzione su questa delicata vertenza ed a breve confidiamo di arrivare ad un pronunciamento unanime e condiviso da tutto il Consiglio regionale per dire NO alla prosecuzione della Centrale a carbone e NO al progetto del turbogas e SI ad un vero piano di riconversione e sviluppo dei 72 ettari di proprietà di Enel.”

“Come Forum- Ambiente del Pd spezzino- prosegue Renata Angelinelli- abbiamo valutato irricevibili i piani presentati da Enel che con la trasformazione defila Centrale da carbone a gas manterrebbe una ipoteca permanente sul futuro delle aree. Per questo abbiamo elaborato una serie di proposte alternative per l’insediamento a Vallegrande di un parco tecnologico, con la produzione di elettrolizzatori e di idrogeno oltre a pannelli fotovoltaici, oltre a centri di ricerca e formazione universitaria, con ricadute occupazionali ben maggiori di quelle ipotizzate sono ad ora dalla stessa Enel. Ma gli scenari possono essere anche altri tenendo conto che possono essere utilizzati i finanziamenti per la riconversione del Just Transition Fund.”

“Come M5S- dichiara Lidia Siri, Movimento 5 Stelle- siamo sempre stati convinti che le Istituzioni locali e regionali in primo luogo dovessero tenere attivo un tavolo di confronto permanente con Enel sul futuro delle aree, ma purtroppo abbiamo registrato un atteggiamento remissivo da parte del Sindaco della Spezia ed una posizione troppo spesso equivoca da parte del Presidente Toti. Noi pensiamo che sia imprescindibile coinvolgere la popolazione dei quartieri confinanti con la Centrale sul destino delle aree Enel, dopo decenni di inquinamento e danni alla salute, e si debba prevedere lo smantellamento degli impianti con una radicale bonifica del sito secondo protocolli accurati da formalizzarsi tra Enel ed autorità competenti. L’obiettivo che come movimento ci siamo sempre posti è quello di una virata a 360 gradi nello sviluppo delle aree, una parte delle quali dovranno tornare ad uso di servizio per i quartieri del Levante cittadino".

Conclude Francesca Lanznaster: “Un'area di 70 ettari come quella di Vallegrande, vicino ad un porto e ad un raccordo autostradale, rappresenta una opportunità unica nel Mediterraneo. La Regione Liguria neghi un'intesa che ci vincolerebbe ad una nuova servitù con una ricaduta occupazionale ed economica risibile. Al contrario, l'area va prima bonificata da Enel, operazione che già genererebbe moltissima occupazione; e le Istituzioni locali e nazionali devono creare le condizioni, in accordo con i cittadini e gli attori economici e sociali del territorio, affinché l'area diventi appetibile per progetti di re-industrializzazione sostenibile. Nei prossimi giorni proprio a Genova sarà discusso un nostro ordine del giorno nel quale chiediamo a Toti ed alla maggioranza di centrodestra di dire sin d’ora NO a qualunque intesa con il Governo in merito al progetto del turbogas di Enel. Con una posizione forte ed unita di tutto il territorio locale e regionale siamo pronti a confrontarci con il Ministero della Transizione Ecologica e con Enel per avviare quella vera e definitiva svolta che gli spezzini attendono con ansia dopo 60 anni.”

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