"Venerdì mattina si è tenuta alla Spezia la manifestazione dei rider sotto il palazzo della provincia.
Questi lavoratori sono arrivati alla luce della ribalta in coincidenza con l'inizio del lockdown e la chiusura di molte attività causa pandemia. Sono stati e sono tutt'ora coloro che permettono a molte attività di poter tamponare i danni procurati dalla situazione sanitaria. La loro condizione è alquanto atipica perché, nonostante siano identificabili come gruppo di lavoratori, non sono tutelati adeguatamente dal punto di vista salutare, economico ed assicurativo.
Quanto viene chiesto dalle persone presenti è un contratto nazionale che possa garantire un salario minimo, rispetto al lavoro a cottimo attuale; una sicurezza dal punto di vista sanitario, dato che devono accettare per forza i contanti di persone di cui ignorano le condizioni di salute e una sicurezza effettiva della loro persona e del loro mezzo di lavoro (scooter, bicicletta, ecc..) dato che sono state riscontrate aggressioni al lavoratore e furti del ciclomotore. Queste dinamiche non sono solo italiane, tanto che anche negli Stati Uniti ci sono delle mobilitazioni.
I tribunali di Milano e Palermo hanno riconosciuto i rider come dipendenti dei vari colossi dell'asporto; i qualli devono assumersi la responsabilità dei loro "dipendenti", smettere di sfruttarli e fornire tutte le garanzie del caso così che possano svolgere il loro lavoro.
Plaudiamo al lavoro svolto da sindacati e ci auguriamo che un confronto anche con il governo possa sbloccare questa situazione e dare garanzie ad un lavoratore nato in maniera repentina ed ancora non pienamente tutelato".
Articolouno La Spezia
Luca Gazzano