"Credevamo che la patologizzazione dell'omosessualità fosse un doloroso ricordo del passato, ma non è così.
Quanto scritto nei moduli per accedere alla vaccinazione anti Covid dell'Asl5 è a dir poco vergognoso", è quanto dichiarano in una nota Verushka Fedi e Silvia Conca, rispettivamente segretaria provinciale di Rifondazione Comunista e responsabile nazionale per le politiche LGBTQI di Rifondazione.
"Già dal 2001, come ha ricordato Liguria Pride, le politiche sanitarie in Italia distinguono tra comportamenti a rischio e soggetti a rischio. È impensabile che una Asl faccia ancora confusione tra i due concetti e perpetui lo stigma contro le persone omosessuali.
Questo è pericoloso non per questioni formali. Per caso l'omosessualità è un comportamento, qualcosa che si possa quindi modificare? Questo "comportamento" ha tratti patologici o di rischio per la salute pubblica?
Le persone omosessuali hanno attraversato un'altra pandemia, quella dell'HIV/AIDS, pagando non solo un prezzo altissimo in termini di vite umane, ma anche in termini di pregiudizio: erano i tempi bui in cui si additavano gli untori della cosiddetta "peste dei gay" e l'Asl5 sembra ferma a quell'epoca, pur essendo l'ente deputato a curare la salute di tutti e tutte e a informare correttamente. Non si tratta, quindi, di comunicazione discriminatoria, ma di un disvelamento di grave e concreta incompetenza, per la quale non basteranno le dimissioni di qualche capro espiatorio."
Verushka Fedi, Segretaria Provinciale di Rifondazione Comunista
Silvia Conca, Responsabile nazionale per le politiche LGBTQI di Rifondazione