Abbiamo organizzato le due serate di confronto con i candidati e le forse politiche di centrodestra e di centrosinistra con la precisa richiesta di non venire a fare propaganda, ma di venire a comunicare atti concreti di contrasto al progetto d’impianto da 90.000 tonnellate di rifiuti organici a Saliceti, che la giunta regionale guidata da Toti e Giampedrone hanno accolto sebbene sia in contrasto con tutta la pianificazione votata in Provincia e in Regione nel 2018 dal centrodestra e che prevedeva un impianto da 50 mila tonnellate a Boscalino.
A Lega e Liguria Popolare chiedevamo di bloccare Toti con atti concreti: ad esempio riaffermando in Consiglio provinciale con un voto prima delle elezioni che la scelta del sito per legge compete alla Provincia, che si può opporre in Conferenza dei servizi dove mantiene una funzione autorizzatoria. La risposta è stata deludente: il consiglio provinciale si esprimerà dopo il voto. La Conferenza dei servizi si chiuderà prima del 5 ottobre e se la Provincia in quella sede si sarà espressa a favore, il dibattito in consiglio sarà inutile. Inoltre ci ha sorpreso sentire la senatrice Pucciarelli affermare ben due volte che in un anno non ha trovato il tempo per incalzare il ministro dell’ambiente affinché intervenisse. La Lega ha mandato in soffitta il suo famoso slogan “Ciascuno padrone a casa propria”: alla Spezia arriveranno 138 mila tonnellate di rifiuti da Genova “matrigna”, governata dal centrodestra, che arretra nella raccolta differenziata, non costruisce impianti e che pagherà tariffe inferiori a quelle spezzine.
Al Centrosinistra chiedevamo atti concreti dove governa: a Roma e al comune di Vezzano. Abbiamo chiesto l’intervento del ministro Costa (5 Stelle) e del viceministro Morassut (PD) per i poteri riconosciuti al ministero quando dalla violazione di norme sulla VAS (di emanazione della Comunità europea) può derivare un danno ambientale. Il digestore di Saliceti inquinerà l’aria, tanto che la Regione ha prescritto a Recos di elevare i dieci camini a trenta metri d’altezza per disperdere gli inquinanti in un raggio più ampio (Sarzana, Arcola, Bolano) e metterà a rischio la falda del Magra che corre sotto e che alimenta i pozzi di Fornola che riforniscono anche La Spezia all’insaputa del sindaco Peracchini. In settimana verranno sia Costa che Morassut. Attendiamo risposte.
A Vezzano, dove governano insieme Italia Viva e PD, abbiamo chiesto di mettere agli atti della conferenza dei servizi le prescrizioni dell’Ufficio urbanistico della Regione per il PUC approvato l’ottobre dello scorso anno, dove è stata imposta per Saliceti la destinazione agricola perché il terreno è liquefacibile e di predisporre per tempo il ricorso al TAR. Il sindaco Bertoni non ha risposto all’invito. A mezzo stampa ha la lamentato che i ricorsi al TAR costano. Al sindaco di Santo Stefano Paola Sisti, unico amministratore di sinistra che abbia compiuto atti di contrasto al progetto, lo staff di legali costa 5 mila euro lordi. Vezzano ha incassato da Recos 30 mila euro di ristoro ambientale. Bertoni aveva annunciato che li avrebbe investiti nel ricorso. Se lo è dimenticato?
Ecco, al centrodestra e al centrosinistra continuiamo a chiedere atti concreti e coerenti. Prima del voto. Non firmiamo cambiali in bianco.
No Biodigestore Saliceti, Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune, Italia Nostra, Cittadinanzattiva