"Guardiamola da un punto di vista tecnico-giuridico. I parlamentari della Repubblica hanno per legge il diritto di visitare caserme e strutture militari, dando un preavviso di 24 ore.
I costituzionalisti e i cultori del diritto parlamentare sono stati chiari: non è un privilegio da repubblica delle banane ma una facoltà espressione del potere di controllo sulle attività di governo che compete al Parlamento a complemento della funzione legislativa e di quella di indirizzo politico. Una funzione di controllo che, a differenza delle due principali (esercitabili solo collegialmente), è riconosciuta anche al singolo appartenente ad una delle due Camere. Dottrina e giurisprudenza equiparano tale diritto a quello, più frequentemente esercitato, di visitare gli istituti di pena.
È evidente che - se il controllo, la vigilanza sul rispetto delle norme regolatrici della vita e dell'attività dell'istituzione o della comunità oggetto della visita istituzionale sono le uniche finalità che la giustificano - trasformare una visita istituzionale in una passerella elettorale, in una occasione di malcelata propaganda, finalizzata a collezionare immagini di cameratismo (palesemente violando le prescrizioni anti-Covid) con alcuni appartenenti a un Corpo militare d'eccellenza e giustamente ammirato da tutti per riversarle in modo fluviale su mezzi di comunicazione e social media, come ha fatto Salvini a Comsubin, costituisce non solo una grave scorrettezza, un gesto politico rozzo e deontologicamente riprovevole, ma rappresenta proprio una intollerabile forzatura della ratio della normativa che regola la materia".
Paolo Bufano, membro del PD di Sarzana