L'ineffabile "banda della toponomastica" spezzina Asti-Peracchini colpisce un'altra volta la nostra città. La giunta di centrodestra sembra avere una particolare predilezione per vie, piazze e relative intitolazioni quantomeno improvvide e di certo non innocue. Perchè dietro alle facce in apparenza bonarie del duo capace di sconvolgere istituzioni come Tuttocittà e Google Maps, si nasconde un problema politico enorme che non possiamo non evidenziare. Nominare uno spazio pubblico a Norma Cossetto, uccisa dai partigiani comunisti nel 1943, è infatti una vergogna "alla Pansa" che deve essere chiarita e contestualizzata, per ben comprendere cosa si cela dietro questa operazione. E' opportuno ripassare la Storia che Asti, da buon - ex - assessore alla cultura, deforma a suo piacimento e per i suoi scopi elettoralistici.
Forse l'assessore dimentica che la seconda guerra mondiale è stata causata solo ed esclusivamente da fascismo e nazismo, unici responsabili di 60 milioni di morti sparpagliati per i cinque continenti? Questi morti, soldati e civili, sono tutte vittime, dirette o indirette di chi seguì Hitler, Mussolini e l'impero giapponese in quell'abominio di cui anche la tragedia istriana è una conseguenza. Ma le morti hanno un peso totalmente diverso, che deve essere ribadito, altrimenti si è complici della stortura in corso.
Gli jugoslavi furono infatti invasi, torturati e schiavizzati dai fascisti italiani prima e dai nazisti poi. I partigiani comunisti guidati da Tito sono riusciti a liberare da soli la loro terra dopo quattro anni terrificanti di lotta, al prezzo di indicibili sofferenze. Norma Cossetto è stata una vittima, certamente innocente a livello personale, della lotta di liberazione jugoslava. Vittima del grande tritacarne della seconda guerra mondiale. Ma era figlia di un dirigente del partito fascista che occupava quel territorio: questo la giunta spezzina sembra volerlo ignorare. Non molto tempo fa anche lo storico Alessandro Barbero, volto molto noto della cultura italiana e popolarissimo su internet, si era espresso sull'importanza della separazione tra storia e memoria.
Esse corrono parallelamente ma non sono la stessa cosa ed è bene tenerlo a mente, altrimenti si compie quella confusione, specie nei più giovani, che si chiama revisionismo storico.
Un'arma che certi pseudo intellettuali e politici hanno utilizzato in questi anni per criminalizzare il comunismo (e dunque tutto il movimento della sinistra) cioè la forza che ha sconfitto e distrutto il nazifascismo in Europa. Noi non lo possiamo tollerare.
L'assessore Asti, che da poco è passato a Fratelli d'Italia concludendo la stessa acrobatica parabola (da post-socialista a post-fascista) compiuta da qualcun altro in passato, queste cose le dovrebbe sapere.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia