"Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il "Decreto Rilancio" in esso gli articoli dedicati alla sanità sono preponderanti. In sintesi, si stanziano - oltre i 1,4 miliardi del "Cura Italia" - 3,250 miliardi distribuiti tra l'assistenza territoriale (1,256 miliardi), quella ospedaliera (1,467 miliardi), 430,9 milioni per il personale sanitario, 95 milioni per finanziare 4.200 contratti di specializzazione medica in più, ancora 110 milioni per l'assistenza alle disabilità.
Nessun alibi per le regioni, quindi anche a Regione Liguria, cui è demandato il compito di potenziare i servizi (Unità speciali di continuità assistenziale – USCA), già a partire dal 15 di maggio, per far fronte alle esigenze della pandemia, ne consegue che il personale aggiuntivo, la cui assunzione è consentita dal decreto, può riportare il personale medico, infermieristico e di assistenza, sociale dirottato sull'emergenza, ai compiti precedenti
I dati provinciali sull'andamento della pandemia sono da oltre 15 giorni in andamento positivo, infatti si sono chiusi alcuni reparti dedicati ai pazienti con infezione da Sars-Cov-2, si sono ridotti i degenti in terapia intensiva, così come i ricoveri nei rimanenti reparti dedicati e non è in ascesa il numero di nuovi casi.
Le due condizioni sopra descritte consentirebbero di riportare alla quasi normalità il funzionamento della sanità pubblica locale.
Da circa tre mesi si sono bloccate le routine dei Medici di Medicina Generale, le attività di specialistica ambulatoriale, le attività distrettuali (igiene pubblica, vaccinazioni, consultori, ecc.), si è avuto il rallentamento, se non il blocco, della diagnostica di laboratorio e per immagini, del monitoraggio dei pazienti con trattamenti particolari: diabetici, cardiopatici, nefrologici e così via.
Tali condizioni, per un po' di tempo inevitabili, hanno portato al quasi inibizione delle attività di prenotazioni di esami, visite (il tutto sembra aggravato dal fatto che i Medici di Medicina Generale possano fare le prenotazioni, per diagnostica e visite specialistiche, solo tramite telefonate ad un CUP regionale, con tempi di risposta significativamente lunghi) e della regolare assistenza sanitaria alla collettività: in sostanza rallentamenti e accumulo di prenotazioni precedenti, difficoltosa ripresa della specialistica e dell'assistenza territoriale distrettuale, comportano accentuazione della carenza del monitoraggio delle patologie croniche (semmai vi è stato un vero programma regionale e locale in tal senso) e della perdita di rapidità nell'approccio di base alle patologie che insorgono nel periodo attuale, cui consegue un difetto di assistenza sanitaria alla popolazione.
Appare molto carente sia l'iniziativa di Alisa sia della ASL 5, in relazione a quanto esposto.
Non si pretende, come è ovvio siamo ancora in emergenza, un riassetto immediato, che peraltro dovrà essere completamente diverso da quello precedente alla pandemia, semmai ve ne fosse stato uno chiaro ed individuabile in precedenza; ma, in ogni caso, una urgente manifestazione pubblica, da parte di ASL, di un piano progressivo di ripartenza della sanità pubblica locale, con tempi definiti di ripresa delle attività nei diversi settori: modalità di smaltimento del pregresso in ambito diagnostico e specialistico, modalità efficace di ripresa del monitoraggio delle cronicità, della assistenza agli anziani, ai disabili, così come del potenziamento delle funzioni dei Medici di Medicina Generale e della loro messa in condizione di agire velocemente sia in ambito diagnostico sia terapeutico in connessione con le attività distrettuali.
Chi può agire da catalizzatore verso le istituzioni coinvolte (Regione, Alisa, ASL), la risposta è la solita: i governi locali, in particolare quelli della Val di Magra (Distretto n. 19, Sarzana, Castelnuovo Magra, Ameglia, Arcola, S. Stefano Magra, Ortonovo, Vezzano Ligure). Quindi un nuovo appello ai sindaci, in particolare alla sindaca della città di Sarzana, ed ai consiglieri, tutti, dei comuni del distretto, affinché si attivino per indurre la ripresa complessiva della assistenza sanitaria di base nel nostro territorio".