Sono passati poco più di due mesi da quando abbiamo ricordato e celebrato l’eccidio delle foibe, da quando abbiamo dovuto rispedire al mittente accuse, infamie e irrisioni, da quando abbiamo chiesto rispetto per la storia della nostre genti.
Oggi con lo stesso spirito prendiamo le distanze da chi pubblicamente dileggia questa celebrazione acriticamente e violentemente; è un linguaggio che non ci appartiene e non vorremmo leggere o ascoltare.