Ho rivolto al prefetto e al presidente della conferenza dei sindaci una serie di domande puntuali sullo stato di criticità dei servizi dedicati all’emergenza sanitaria nel territorio, affinchè si facciano interlocutori attivi verso il sistema sanitario regionale.
Come Sindaco – ribadito anche da tutti gli altri colleghi - ho riscontrato una fragilità del sistema di comunicazioni tra le istituzioni sanitarie e noi sindaci. Perché non conosciamo la riorganizzazione del servizio sanitario ligure e spezzino in questa fase di emergenza? Quali sono i protocolli?
Come sindaco e autorità di igiene pubblica ho il dovere di garantire ai miei cittadini certezza di informazione e risposte puntuali ma prima di tutto devo sapere, devo essere adeguatamente informata.
Chi guida Alisa? Chi guida Asl5 in questo momento di emergenza? Non ho letto nulla sul loro operato organizzativo per fronteggiare l’epidemia Covid che ci sta travolgendo.
È urgentissimo che Alisa disegni un nuovo sistema sanitario, capace di gestire una divisione immediata tra strutture Covid e strutture no-Covid e strutturi una capillare organizzazione di servizi sul territorio anche domiciliari, soprattutto per i dimessi. Perché Alisa non ha costituito subito un «Diar Covid (dipartimento interaziendale regionale)»? Perché Alisa non ha ottemperato alle indicazioni delle circolari del ministero della salute (n. 2619 del 29 febbraio e n. 7865 del 25 marzo) sulla destinazione separata degli ospedali Covid e non Covid? Perché non sono state utilizzate strutture, che già esistono sulla provincia spezzina, per dividere in sicurezza i percorsi dei pazienti che hanno necessità di prestazioni diverse? Alisa si fregia di emulare il sistema sanitario lombardo ma non è neppure una fotocopia sbiadita. Seppure io sostenga fortemente una sanità pubblica potenziata, basta leggere gli interventi normativi della regione Lombardia (delibera 8 marzo 2020) per comprendere con quanta professionalità e chiarezza di idee hanno organizzato i servizi a tutti i livelli. Perché Alisa non copia il suo modello?
Non si può rischiare di entrare in ospedale per una qualsiasi altra patologia e di contrarre il Covid, occorrono percorsi chiari.
Sono angosciata all'idea che nelle rsa gli anziani sono senza alcuna protezione e non conosciamo gli interventi che sono stati programmati.
Come sindaco è mio dovere denunciare quello che sta accadendo.
I nostri medici di base non sono stati organizzati né hanno avuto linee guida per essere sinergici con il sistema.
Abbiamo bisogno che i tanti operatori della sanità di eccellenza del nostro territorio (che ringrazio per gli sforzi, il sacrificio e le informazioni che ci stanno fornendo in prima persona), siano organizzati da funzionari e politici altrettanto capaci e in grado di ascoltare i contributi di tutta la comunità. Siamo in guerra contro un virus subdolo, occorrono per tutti i dispositivi di sicurezza e chi gestisce la sanità ha il dovere di essere all'altezza dell'emergenza. Se non se la sente deve avere il coraggio di farsi aiutare. Si deve agire subito, perché altrimenti l'emergenza sanitaria si prolungherà e il disastro socio economico in brevissimo tempo diventerà enorme.
Occorre capire che, oltre alla responsabilità di ciascun cittadino sulle misure personali,un’eccellente organizzazione del servizio sanitario può accorciare l'emergenza e facilitare una progressiva ripresa del sistema socio economico.
Monica Paganini
Sindaco di Arcola