In uno scenario che vede la chiusura di tutte le attività commerciali di non primaria necessità viene posta una deroga in merito alla direttiva riguardante la distanza di sicurezza prevista per impedire il contagio da Covid-19 mediante l'utilizzo di non ben specificati DPI per i cittadini chiamati a lavorare nonostante l'altissimo pericolo sanitario.
Teniamo a precisare che tali DPI (ad esempio le mascherine di protezione FFP2 e FFP3) scarseggiano e, in certi casi, risultano addirittura assenti anche fra i lavoratori della sanità (infermieri, oss, medici etc.).
Il Dpcm varato, mantenendo aperte le fabbriche, mette in serio pericolo l'incolumità dei lavoratori e pare più dettato dalle esigenze di Confindustria e dell'economia che dalla salvaguardia della salute di cittadini e lavoratori stessi.
Il Partito Comunista Italiano, ritenendo la tutela della salute la massima priorità, reputa necessario che, in questo delicato momento, il Governo si assuma la responsabilità di decisioni, anche drastiche, al costo di fermare il Paese e l'economia, che vadano in quella direzione.
È opportuno venga immediatamente modificato e corretto il Dpcm datato 11 Marzo prevedendo, anche tramite provvedimenti riguardanti l'introduzione di eventuali ammortizzatori sociali, la chiusura di tutte le fabbriche del territorio italiano non strettamente necessarie ad affrontare questa emergenza.
Deve essere inoltre garantita a tutti i lavoratori della sanità, in prima linea in questo momento, la fornitura di tutti i DPI necessari (DPI di cui dovrebbero essere provvisti al di là dell'emergenza).