La riunione dei capigruppo di ieri mattina sul dossier Enel, a cui hanno partecipato anche i parlamentari spezzini, non è bastata a mettere d’accordo tutto il consiglio comunale evitando per una volta le tradizionali divisioni e accuse reciproche.
Al contrario, l’assemblea del parlamentino spezzino di ieri sera ha toccato vette inarrivabili per inconcludenza, confusione e battibecchi continui. Non è bastata una settimana – dall’ultimo consiglio comunale, in cui la mozione dell’opposizione è stata rinviata – per trovare l’ennesima quadra e presentarsi in assemblea con un documento unitario sul no al progetto della nuova centrale a turbogas di Enel.
Al termine di un dibattito estenuante, i consiglieri hanno sottoscritto tre punti già ribaditi nei mesi scorsi a più riprese, con il capogruppo di Forza Italia Fabio Cenerini che ha abbandonato l’aula protestando contro il presidente Giulio Guerri per la conduzione del dibattito.
No all’ipotesi di una centrale a gas e ad ogni utilizzo di combustibili fossili, dismissione della centrale non oltre il 1 gennaio 2021 e la richiesta, indirizzata al governo, di adottare tutti i provvedimenti necessari per assicurare che l’area di Vallegrande sia sottoposta a un’integrale e idonea opera di bonifica: questi i tre punti votati dal consiglio comunale ieri sera.
Al centrodestra non è andato giù, in apertura di dibattito, l’intervento del consigliere Guido Melley: “In Regione si gioca una parte non trascurabile della partita, ma su Enel Toti ha dimostrato di essere inaffidabile. Sarebbe stato necessario che fin da subito si realizzasse un fronte compatto tra il nostro Comune e Genova. Un Comune di 95 mila abitanti con al fianco la sua Regione è un'altra cosa dal punto di vista istituzionale. Abbiamo apprezzato la svolta dell'ordine del giorno approvato recentemente dal consiglio regionale, che esplicita per la prima volta una posizione di netta contrarietà al progetto del turbogas. Senza dubbio dobbiamo anche dire al governo e alla maggioranza che lo sostiene che non possono scavalcare la volontà del nostro territorio”.
“Devo votare un documento con persone che definiscono il presidente della Regione inaffidabile? – ha replicato a stretto giro Cenerini – Voi andate a manifestare con le magliette contro la centrale e poi il vostro stesso governo vi sconfessa”.
“Occorre chiedere che le Valutazioni di impatto ambientale e di impatto sanitario siano gli strumenti con cui il progetto di Enel venga valutato – ha sottolineato Marco Raffaelli del Pd – Questo aprirebbe un procedimento in cui gli enti locali possono presentare documenti, supportati da idonei pareri di esperti, che supportano carte alla mano il no al turbogas”.
Federica Pecunia di Italia Viva ha fatto notare l’importanza di un pronunciamento contrario da parte della Regione: “I tre punti non mi soddisfano per niente, ma sono disposta ad accettarli pur di dare un segnale alla città. La decisione compete al ministero, ma salvo l'intesa con la Regione: in Liguria esiste un precedente in questo senso, quello di Vado Ligure”.
“Toti non ha mai detto che è favorevole al turbogas, ne ha sempre fatto una questione di competenze – ha precisato Andrea Costa di La Spezia Popolare – Il piano energetico nazionale è di competenza del governo, non della Regione. Convincete i vostri ministri a dire no al turbogas”.
Un appello all’unità è arrivato infine dal capogruppo della Lega Lorenzo Viviani: “Il ministero dello Sviluppo economico in questo momento può decidere quello che vuole su Enel, questa è la realtà. La nostra battaglia non è persa, ma deve vederci uniti. Facciamoci un bell’esame di coscienza, mettiamo da parte per una volta le strumentalizzazioni e cerchiamo di portare a casa il risultato”.