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Almirante divide la città. L'ANPI: "Fucilatore di italiani" In evidenza

"La Provincia della Spezia è medaglia d'oro della Resistenza".

L'ANPI provinciale della Spezia ribadisce la condanna del tentativo manifesto ed ampiamente in atto di procedere a revisioni gravemente distorte e pericolose del fascismo, cui è ascrivibile in questi giorni, proprio nella nostra città, l'appello, da parte di gruppi di marca neo-fascista chiaramente ispirati a disvalori non compatibili con la Costituzione italiana, affinché venga intitolata a Giorgio Almirante una via del Comune capoluogo.

L'ANPI provinciale ricorda all'Amministrazione Comunale della Spezia ed al Sindaco Pierluigi Peracchini che la Provincia della Spezia è Medaglia d'oro della Resistenza, che ha combattuto e sofferto per riportare l'Italia alla libertà, gettando le basi del suo cammino democratico, e che gli spezzini non sono mai venuti meno ad una volontà che, ispirandosi alla Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, è limpidamente e coerentemente antifascista.

Nel caso specifico dell'intitolazione a Giorgio Almirante di una via l'ANPI ricorda altresì che sul personaggio Giorgio Almirante, approdato alla Repubblica Sociale Italiana dopo una carriera giornalistica -segretario di redazione del giornale "La difesa della razza"- da convinto fascista, razzista ed antisemita e da campione della persecuzione antiebraica, è definitivo il giudizio della storia, e dei tribunali italiani chiamati a pronunciarsi su una querela intentata dallo stesso Almirante a chi l'aveva definito "fucilatore di italiani".

Per chi, di corta memoria, vedesse in Giorgio Almirante solo il politico in "doppio petto" e non ricordasse il pregresso, l'ANPI ricorda che egli, tra l'altro, firmò in Toscana, in quanto capo di gabinetto del Ministro della RSI, Fernando Mezzasoma, un manifesto in cui era riprodotto l' ultimatum rivolto il 18 aprile 1944 da Mussolini ai militari "sbandati" dopo l' 8 settembre 1943 ed a coloro che erano saliti in montagna con l'invito di consegnarsi ai tedeschi o ai fascisti entro trenta giorni, pena altrimenti la fucilazione. Proprio a seguito di ciò, a Niccioleta, in Maremma, vennero ammazzati nel giugno 1944 ottantatre minatori.

L'intitolazione di una via è un momento importante, indica alle nuove generazioni un modello di vita. E' intollerabile che si pensi di indicare il modello di un persecutore antisemita e di un "fucilatore di italiani".

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