Sapevano, per loro diretta esperienza, delle lunghe attese per le prestazioni sanitarie, delle code agli uffici ed agli ambulatori nonché dei limiti dei servizi stessi.
Poi hanno appreso da una campagna di informazione e divulgazione promossa da un movimento civico, partecipativo e sociale, che prese il nome di “Manifesto per la sanità locale” l'ampiezza e la profondità della crisi che si rifletteva nei limiti dei servizi territoriali ed ospedalieri e che è infine giunta ad un punto tale che neppure la capacità e l'abnegazione dei dipendenti della sanità pubblica possono più arginare. Si sta sgretolando. Giorno dopo giorno si sta ridimensionando, tagliando ora quel servizio poi quella prestazione mentre le liste di attesa si allungano a dismisura. Tale crisi coinvolge anche il faticoso funzionamento sia dell'ospedale di Spezia sia di quello di Sarzana.
Di fronte a questa situazione che ormai tutti conoscono ci sembra persino offensiva l'ostinata quanto falsa negazione della crisi stessa da parte della Giunta regionale, segnatamente dell'Assessore regionale alla sanità, Sig.ra Viale ed anche i colposi silenzi di troppi Sindaci locali.
Eppure i numeri parlano chiaro e spiegano il perché della crisi. Gravissima carenza di personale (l'Asl 5 conta 100 addetti ogni 10.000 abitanti, è la più povera e ultima tra tutte le Asl liguri per gli organici. La media regionale è di 153 addetti ogni 10.000 abitanti). Altrettanto negativa è la carenza di posti letto sia per gli acuti, sia per la riabilitazione (complessivamente 286 posti letto in meno rispetto ala dotazione standard stabilita dai minimi normativi. Per l'esattezza ne mancano 215 per gli acuti e 71 per la riabilitazione per raggiungere i minimi di legge). E' evidente che la demolizione del Felettino ha aggravato la situazione dei posti letto.
E' vero che tale nostra situazione viene da lontano, ma in questi ultimi anni si è aggravata oltre ogni limite. Non rimpiazzano neppure il turn over: i primari, medici, infermieri, tecnici che vanno in pensione o che si trasferiscono altrove lasciano buchi vuoti che nessuno ricopre perché non fanno i concorsi per sostituirli con nuovo personale.Nulla si fa per prevenire l'insorgenza di nuovi buchi nell'organico già troppo ristretto.Un passo avanti è stato fatto ieri in consiglio regionale, grazie alla lotta portata avanti dai lavoratori, con la possibilità di creare la società in house a salvaguardia dei 158 OSS e degli ausiliari ma è troppo poco. Soprattutto manca una regia ed una efficace direzione.
A tutto ciò hanno aggiunto il disastro finale. Hanno buttato all'aria l'appalto di costruzione del nuovo ospedale. Ora siamo così senza il Felettino, che è stato demolito e con il rinvio a babbo morto del nuovo ospedale che lì doveva sorgere. Proprio un bel capolavoro!
Un disastro fatto contro i bisogni e la necessità della città e dell'intera provincia spezzina. Colpisce ed indigna che il Sindaco Peracchini anziché opporsi e difendere gli interessi dei suoi cittadini si accoda e giustifichi servilmente il disastro fatto dalla Giunta Toti.
Ridicole ed offensive per l'intelligenza dei cittadini sono le promesse elettorali di Toti e Peracchini che si affannano a promettere in coro che saranno prontamente riavviate le procedure per la ripartenza del nuovo ospedale. Non potranno fare assolutamente nulla: faranno solo propaganda, oltretutto falsa.
Bisogna reagire e combattere tale scempio: si può uscire dall'incubo in cui le giunte di destra ci hanno cacciato. Anche loro potrebbero farlo, anche in autotutela. Devono revocare tutti gli atti amministrativi con i quali hanno prima bloccato e poi annullato la costruzione del nuovo ospedale.
O lo fanno loro o lo faranno altri. Non possiamo neppure escludere che glielo imponga la Magistratura. Anche perché dubitiamo fortemente che quegli atti siano legittimi, con tutte le falsità ed illegittimità che a nostro avviso essi contengano. Noi certo nulla chiediamo alla Magistratura. Essa ha ricevuto esposti e valuterà in piena autonomia, secondo scienza e coscienza.
Pensiamo invece che i cittadini si impegnino, si mobilitano e decidano di cambiare questa Giunta regionale. Occorrono altre persone ed altri programmi, un salutare cambiamento. E' possibile e certo che, con un cambiamento di rotta nelle istituzioni, si possano riprendere rapidamente in pochi mesi i lavori di costruzione del nuovo ospedale ed incidere sulla riqualificazione della sanità pubblica locale e regionale.
A cura di Art. 1