"Mi fa piacere leggere l’attacco che il vicesindaco leghista di Sarzana Eretta mi rivolge (Quello cacciato dalla Cina perché senza passaporto). Primo perché ho la prova certa della sua esistenza, visto che non brilla per le sue presenze ai consigli comunali, secondo perché fa chiaramente capire qual è l’ispirazione politica che ha indirizzato la scelta di tenere una messa dentro a una scuola in orario di lezione.
Non risponderò ad Eretta con la sua veemenza aggressiva. Sarebbe troppo facile ribattere alle accuse di “delirio anticristiano” ricorrendo a opposti paragoni dello stesso tenore. Voglio solo ricordare a Eretta l’art. 3 della COSTITUZIONE ITALIANA che recita” Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
Quando parlo di libertà religiosa non intendo offendere nessuno. Provo rispetto per i cristiani, come verso i credenti di ogni religione, pretendo altrettanto rispetto verso chi religioso non è, e difende valori di libertà e di pluralismo, che dovrebbero accomunare nel vivere civile, credenti e non credenti.
Eretta, che si professa credente, ma che in alcuni passaggi sembra assai poco coerente con l’insegnamento evangelico, pretende persino di definire i “LAICI BUONI” , diversi dai “LAICI CATTIVI”, i primi, sono a suo dire quanti si riconoscono nel “....laicismo che può esistere solo in seno ad una società che riconosce le proprie profonde radici cristiane.” (Parole di Eretta.)
Non si capisce bene che razza di laicismo sarebbe quello che si riconosce in radici cristiane.
L’ultima parte del comunicato di Eretta è delirante, quando dice “E’ ora di finirla con le sceneggiate di certi presunti intellettuali...”. Cosa vuol dire “E ora di finirla”?. Occorre riconoscere che suona un po’ inquietante.
Il finale è comico “Gli unici ad essere discriminati per davvero sono i cristiani che vengono presi di mira, gratuitamente, da estremisti ossessionati dall’inesistenza di Dio al punto da voler imporre il proprio credo agli altri.”
In realtà chi vuole imporre il proprio credo agli altri, sino a prova contraria, sono quei pseudo credenti che si occupano più dei simboli religiosi, e magari li strumentalizzano, che dei valori della loro religione, cercando con mezzi espressamente illegali di far andare il più vasto numero possibile di studenti a un rito celebrato durante le ore di lezione di una scuola pubblica, che in quanto tale non è né dei cattolici, né degli atei e di nessuna altra religione o pensiero filosofico.
A nessun ateo verrebbe mai in mente di proibire a chiunque di inibire la partecipazione a una messa. I ragazzi lo possono fare quando vogliono, al di fuori dell’orario scolastico. Possono andare in una sinagoga, in una moschea, in un tempio induista o, se preferiscono, a mangiarsi un gelato. L’importante è che ogni azione sia frutto di libera scelta personale, come è tipico di una vera religione, quando è realmente sentita".