Dopo il terremoto che ha rivoluzionato il Partito Democratico spezzino negli ultimi giorni, con l’addio di Raffaella Paita e dell’ex segretaria Federica Pecunia, passate nel nuovo partito di Matteo Renzi, la federazione provinciale si avvia verso il commissariamento.
Sembra questa la soluzione individuata dalla segreteria nazionale del Pd, su spinta dello spezzino Andrea Orlando, vicesegretario nazionale, per uscire dallo stallo degli ultimi giorni.
La federazione spezzina, infatti, non si è ritrovata priva soltanto dell’ex segretaria Pecunia, che sedeva nel comitato paritetico creato qualche mese fa in vista delle elezioni amministrative, per traghettare il partito al congresso, inizialmente previsto per settembre.
Con lei ha salutato il Pd l’ex assessore Corrado Mori, anche lui nel comitato dei sette, e il presidente della commissione dei garanti Michele Stretti.
Del comitato paritetico, insieme a Federico Barli, Davide Natale e Roberto Bottiglioni, fa invece ancora parte il consigliere regionale Juri Michelucci, che però non ha rotto il silenzio su un suo eventuale passaggio in “Italia Viva” di Matteo Renzi, che in molti danno per scontato.
La svolta sarebbe quindi quella del commissariamento, che dovrebbe essere comunicato nei prossimi giorni dalla segreteria nazionale. Il nome che circola con insistenza negli ambienti dem è quello di Daniele Borioli, ex senatore del Pd oggi tesoriere del partito per il Piemonte, dal 2005 al 2010 assessore ai trasporti e alle infrastrutture nella giunta regionale di Mercedes Bresso.
Una figura estranea al contesto spezzino, ma che per il suo ruolo attuale, alla guida delle casse dem piemontesi, saprebbe dove mettere le mani in una situazione che per il Pd locale, a livello finanziario, è semplicemente disastrosa.
A un quadro già abbastanza preoccupante ora si aggiungerà anche il mancato contributo economico di Raffaella Paita, che come tutti parlamentari finanziava il partito spezzino con una quota dello stipendio. Tempi di vacche magre, che di certo daranno un bel daffare al nuovo commissario.
Borioli, o chi per lui, non riceverà però un’accoglienza unanime: se gli orlandiani parlano di “scelta naturale” per superare la palude e convocare il congresso, vista la situazione eccezionale in cui si è ritrovato il partito, c’è chi interpreta la svolta come una forzatura del vicesegretario Orlando per “congelare” il dibattito interno, anche in vista delle elezioni regionali del 2020, su cui già si sono scatenati appetiti trasversali per un posto in lista. La comunicazione ufficiale del commissariamento deve ancora arrivare, insomma, ma già spuntano le divisioni interne.
Compito del nuovo commissario sarà quello di traghettare il Pd verso il congresso provinciale, che dovrebbe svolgersi nei prossimi mesi, forse già all’inizio del nuovo anno. Ma il condizionale, come per ogni cosa nel Pd, è d’obbligo.
di Gabriele Cocchi – Dem nella palude con una situazione economica preoccupante. Per gli orlandiani è una “scelta naturale”, ma c’è chi denuncia la “forzatura” di Orlando.