Presente all’incontro/accordo tra Regione Liguria e Canale Lunense sulla manutenzione ordinaria di alcuni tratti del fiume Magra, Giampedrone non si sottrae alla domanda della stampa postagli a fine conferenza e, dopo un iniziale "Basta dai, non ne parlo più", si scioglie in breve e diventa un fiume in piena.
"Faccio un mestiere diverso, non faccio infatti il tecnico bensì il politico - premette - mi meraviglio di chi continua a chiedere interventi politici rispetto a passaggi che sono prettamente tecnici, molto importanti per i cittadini, e su cui mi aspetto che le analisi competenti diano tutte le risultanze. I biodigestori non li nega nessuno su questo territorio, perché anche quelli che contestano politicamente Saliceti sanno bene che chiudere il ciclo significa non prendere in giro i cittadini. Se non costruiamo il biodigestore, invece, li canzoniamo davvero perché la raccolta dell'umido finirebbe in discarica con un costo ben superiore e rimanendo solo costo e non risorsa. Chiunque si chiami fuori da questo ragionamento credo che non faccia il bene e l’interesse della Liguria”.
La discussione sulla costruzione del biodigestore a Saliceti va avanti da molto e ultimamente si è infiammata ancor di più, dopo le criticità espresse da molti legate ai possibili inquinamenti delle falde acquifere della zona (un terreno classificato come “liquefacente”) e anche alla ventilata possibilità di valutarne lo spostamento in altra area, tra cui anche i “Bozi” nel quartiere Crociata di Sarzana.
In ognuno dei casi comunque le molte critiche provenienti da Comitati e personalità politiche parlano di un sovradimensionamento di prodotto trattato che trasformerebbe la Val di Magra in una “pattumiera della Liguria”.
“Voi discutete tanto di Saliceti – aggiunge Giampedrone – io di quello non discuterò mai, perché Saliceti vale come una qualsiasi altra area. Viviamo in una Regione dove nel 2014 la Commissione bicamerale d’inchiesta presieduta dall’Onorevole del Partito Democratico aveva definito arcaica la raccolta allora presente, a percentuali ridicole e privi di impianti se non discariche. Noi l’abbiamo portata a 12 punti in più in 4 anni e ora dobbiamo aprire il tema “Impianti”, che ricordo che non sono “termovalizzatori” ma “biodigestori”. Saliceti o non Saliceti a me non interessa niente, ma voglio costruire una Regione che abbia almeno per l’organico una capacità di gestione".
"Quel sito è stato dichiarato idoneo nel 2002 e quindi andiamo ad affrontarlo. Non sarà idoneo? Ne troveremo un altro, l’importante è che nessuno si smarchi dalla chiusura del ciclo – spiega prima di parlare di quantità e della presunta “pattumiera Ligure" - La Provincia della Spezia non ha la discarica di servizio e utilizza la discarica di Genova, la quale potrebbe dire “prendiamo tutto l’indifferenziato della Spezia”, ma parliamo di macro aree regionali e stiamo ancora a vedere dove e chi? La domanda corretta è: può una Regione che ha una differenziata in crescita di 5 punti l’anno non avere un impianto di gestione almeno dell’organico?"
Prosegue Giampedrone: "Il tema Saliceti o no è secondario perché è l’inchiesta pubblica che deve valutare e sviscerare ogni possibile problematica ed analizzare ogni singolo piccolissimo dubbio. Ma la cronaca spicciola dei fatti quotidiani relativi all’inchiesta pubblica non mi appassiona, perché è autonoma e funzionale e la politica non deve entrare nel merito dei delicati e importanti passaggi tecnici dovuti ai cittadini. La politica ha scelto di volere gli Impianti di gestione dell’organico (un 30% del monte dei rifiuti). E’ Saliceti il tema? Lo vedremo. Sarà altrove questo tema? Lo vedremo ma La Spezia aveva biodigestore e discarica di servizio mentre oggi ragiona solo di un biodigestore".
"Torniamo indietro allora, così il Tigullio si fa un suo impiantino e non porta più la spazzatura alla Spezia, ma La Spezia non porterà più l’indifferenziata a Genova – chiarisce - così quelli che parlano oggi del rischio di diventare la pattumiera dell’organico del Tigullio omettono di dire che noi siamo “la spazzatura per Genova nostra pattumiera dell’indifferenziata” .
"Le classi politiche che hanno governato prima dicano perché Spezia non ha la discarica di servizio. Saliceti o meno mi appassiona molto meno interessa della sicurezza dei cittadini, e alla valutazione di impianto ambientale spetta il compito di rassicurare tutti e decidere l’area. Se ci fosse anche una sola “mezza virgola” nella VIA che non torna nessun politico la costruirà, tutto il resto è solo cronaca e polemica – insiste – ma bisogna dire chiaramente che senza Impianti qui di tariffe non se ne abbasserà mai! Senza è un costo, noi paghiamo l’80% in più per portare l’80% di rifiuti liguri in Piemonte, o son scemi i piemontesi o sono scemi i liguri, decidete voi. I Piani provinciali li fanno le Province e non la Regione, e parlano di Impianti da 60.000 per quanto riguarda l’organico e 100.000 per quanto riguarda il trattamento, in tutte le Province".
Conclude appena innervosito l’Assessore: “Volete capirlo questo? Possiamo anche decidere di avere una Regione assistenziale e tornare indietro, ma abbiamo invertito una tendenza, fatto crescere la Regione con una Legge nostra e aumentato di 5 punti l’anno una media di differenziata che cresceva prima di un punto solo. E il bello è che quelli che ci criticano sono gli stessi che vogliono la differenziata a tutti i costi ma omettono di dire questi dati. Se fai una differenziata da qualche parte la devi mettere".
Conclude l'assessore regionale: "Sull’organico che è il 30% il tema è: lo vogliamo smaltire, pagare e rimanere fermi o farlo diventare virtuoso trasformandolo in compost per l’agricoltura e biogas come in tutti gli altri Impianti di tutta Italia? E’ giusto discutere sugli Impianti e controllare ogni minimo rischio ma se pensate che qualcuno ne voglia fare uno pericoloso per la gente sbagliate indirizzo con me. Non lo devo dire né io ne i Comitati se c’è un rischio e dove metterlo, bensì le parti tecniche di valutazione di impatto ambientale”.