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Massimo Baldino Caratozzolo: "Dove sono decoro, vivibilità e sicurezza?" In evidenza

"Sono rimasti nella eterna campagna elettorale".


Spezia è una città allo sbando, ereditata così due anni fa dal centrodestra e che rischia di venire riconsegnata ai cittadini al termine di questo mandato, esattamente nelle medesime condizioni.
Certo ci sono stati dei piccoli “spostamenti” del problema dal vicolo A al vicolo B ma globalmente la situazione non è mutata.
In compenso si è cercato in ogni modo di gettare fumo negli occhi della gente con “trovate” rimaste fini a se stesse come i “Pattuglioni della notte” ovvero gruppi organizzati di “controllori del male” che a loro insaputa intervengono su un “controllato” che è già stato informato da tempo del loro arrivo, cosicché appena voltato l’angolo tutto possa riprendere come se niente fosse accaduto.
Per non voler parlare delle “ordinanze” per lo più inutili, se non affiancate da controlli veri , costanti, sistematici. Certi ! E non invece improbabili !
Alcune di esse ci hanno portato persino alla ribalta delle cronache nazionali per la loro “originale comicità”.

Abbiamo vietato tutto: dalla birra, al vetro, alla musica. E cosa trovate più frequentemente in giro dopo mezzanotte alla Spezia?
Ubriaconi che fanno casino lanciando bottiglie di vetro in ogni dove e... tanta musica !

E allora? Che ne è stato di tutte le promesse elettorali che hanno sedotto e ora, abbandonato il cittadino stanco di vivere in una città che invece di multi razziale definirei multi incivile . Anche di giorno peraltro.
Eppure, fermo restando i limiti imposti da leggi nazionali, forse anche obsolete (e ho dei dubbi), fermo restando i molti tagli economici che hanno ridotto le nostre forze dell’ordine a giocarcele a 1- X- 2 ogni volte che chiediamo un loro intervento, fermo restando queste, tante volte sbandierate scusanti, noi cittadini che desidereremo dormire nelle nostre case senza riempirci di Xanax, pensiamo che qualcosa di più e soprattutto di meglio si poteva fare.

Nell’Umbertino per esempio si sarebbe potuto chiudere i cortili definiti “aree verdi” che altro non sono che ricettacoli di “varia umanità” per restituirli alla loro utile funzione di parcheggi per residenti, per di più ora che con le nuove isole ecologiche di parcheggi in certe zone se ne è sottratti parecchi.

L’amministrazione poteva “pretendere” da chi di dovere che, nei luoghi più caldi fossero istituiti presidi fissi, invece che abbandonarsi al sogno delle telecamere quale deterrente del tutto. Per esempio le tanto declamate telecamere evidentemente in Piazza Verdi o non funzionano o non servono a evitare quanto si continua a vedere e nei casi più gravi a leggere sui giornali.
Si poteva comprendere che la città di notte vive nei vicoli, nelle strade ai margini del centro storico, e non solo nel cuore di esso.

Per esempio il quartiere Umbertino non è solo Piazza Brin, ma è tutto quell’insieme di straducole che fanno da reticolo perimetrale alla stessa. Si doveva comprendere che se riesci dopo anni di battaglie, a far chiudere un circolo di ubriaconi in via Corridoni non è che hai risolto il problema, perché questi si sposteranno semplicemente altrove.
...E infatti Via Venezia, Via Milano, Via Firenze vivono da mesi una “popolarità notturna” che gli abitanti più anziani non ricordavano dai tempi del comunque rimpianto (rispetto alla fauna cittadina attuale) Gigion abossa. Un ubriacone nobile rispetto agli abituali disturbatori seriali.

E la parola “seriali” non è casuale. Perché il grave di tutto questo racconto è che Spezia non è una città in mano alla delinquenza, ma una città dove si permette a qualche decina di delinquenti di continuare a fare i cazzi loro. Chi disturba, infatti in questa città,può permettersi il lusso di continuare per settimane, a volte per mesi , determinando nel cittadino un senso di delusione e frustrazione a mio avviso pericolosissimo.

Infatti il nesso che lega “decoro e vivibilità” di un luogo alla sua “sicurezza” non appare evidente solo ai demagoghi dell’anarchismo o a quelli in malafede.
Il nesso è proprio la cosiddetta tolleranza. Quella che però nel non vedere nessuno al proprio fianco : Nè lo Stato, né le amministrazioni spesso rischia di farla fermentare in odio.
Del resto, provate voi a rimproverare qualcuno di questi ceffi che vi urina sul portone e poi vedrete quanto la città è sicura, come la definì a un convegno un signor questore evidentemente abituato a ben altro..

Massimo Baldino Caratozzolo

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