In genere le parti in qualche modo divergono sempre. Guardate per esempio sulla sanità dove anche un angiografo (rotto? obsoleto? sostituito?) diventa tema di scontro. La politica infatti deve sempre per sua stessa natura speculare, ma io preferirei dire “speculatoria” vedere in campo fazioni contrapposte e poco importa se la sanità spezzina è stata ridotta così da chi per anni (Destra e sinistra per intenderci) ha governato in regione e a Roma. Oggi tutti dimenticano cosa hanno avallato ieri e chi governa dimentica che è stato messo lì nel tentativo di far cambiar le cose e non di “gestirle nell’immobilismo più assoluto”.
Eppure contro la centrale Enel tutta la politica spezzina pare d’accordo. Enel non deve rimanere alla Spezia con una nuova centrale a Turbogas.
Benissimo, questo si è capito molto chiaramente.
Il problema è che allora diventa prioritario chiedere con fermezza assoluta a chi ha in mano il procedimento di autorizzazione, ovvero il Ministero dell’Ambiente, che questo venga sospeso o perlomeno che venga rigettata la procedura di screening che secondo il giurista ambientale Marco Grondacci (e io di Grondacci mi fido) lo rende illegittimo.
Solo di fronte a questo gesto, che per alcuni sarebbe un segnale di buona volontà, per altri un atto dovuto, si potrebbe infatti aprire un confronto sul futuro dell’intera area e sui fabbisogni energetici del paese.
Tutto il resto sono solo discorsi che possono servire per farsi belli con i propri elettori, ma non servono né a risolvere il problema, né ad affrontarlo nella sua giusta dimensione che non è solo ambientale (e detto da me !!!) ma anche di natura economica e strategica visto il pregio della vasta area occupata da Enel.
Una domanda però a tutti questi signori del “andatevene perché non vi vogliamo” voglio proprio porla.
Mettiamo, ipotesi più che probabile, che Enel non se ne vada ma che anzi riesca a portare a termine il proprio progetto di regalarci una nuova centrale da oltre 800 Megawatt alimentata a gas.
Mettiamo che chi sarà preposto a decidere ovvero i due Ministeri se ne freghino del fatto che un intero Consiglio comunale, democratica rappresentanza di una comunità, si sia espresso unitariamente contro a tutto ciò.
Mettiamo che la Regione non si metta di traverso in ogni modo per impedire questo epilogo della vicenda.
Voi tutti signori politici del NO cosa farete?
Io lo so cosa dovreste e dovremo fare a quel punto, visto la drasticità verbale sino a qui usata. Ma voi?
Sarete disposti ad appoggiare le conseguenze estreme che a quel punto io proporrò?
Massimo Baldino Caratozzolo
Consigliere comunale della Spezia