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Vertici Enel in commissione, Paita (Lega): “La città ha detto no alla centrale a gas” In evidenza

Secondo appuntamento per i vertici Enel chiamati a rispondere alle domande dei commissari.

 

Altro giro altra corsa, per meglio dire secondo round per i vertici di Enel chiamati a rispondere alle domande dei commissari questo pomeriggio nella II° e III° commissione congiunta.

Le prime domande sono state quelle della presidente Maria Grazia Frijia che ha chiesto conferme in merito alla dismissione del gruppo a carbone nel 2021 e delucidazioni in merito al nuovo gruppo a gas, come ad esempio i livelli di inquinamento.

“Confermiamo la volontà di dismissione nel 2021 - ha risposto Nicola Bracaloni responsabile nazionale impianti coal Enel produzione - Abbiamo mandato la lettera con la richiesta formale al MISE (Ministero dello Sviluppo economico) che dovrà sentire Terna e poi ci risponderà”.

A scendere nei dettagli di quella che potrebbe essere la nuova centrale a gas è stato Fabio Persichetti, il direttore della centrale Eugenio Montale (ve ne avevamo già parlato precedentemente), tenendo a ribadire il minor impatto ambientale della nuova unità a gas: “Avremo una riduzione di ogni parametro in quanto ad impatto ambientale in modo drastico. Non avremo né polveri, né reagenti nel ciclo chimico se non in misura marginale rispetto ad ora. Nella fase di realizzazione della centrale avremo 400 persone impiegate mentre nella fase di attività poche decine di lavoratori”.

Un punto sul quale più o meno tutti i commissari sono concordi è quanto emerso dal consiglio comunale dello scorso giugno, ed il primo a ribadirlo è proprio il commissario Massimo Baldino: “La città, attraverso il consiglio comunale, ha detto che non vuole una centrale a gas. Ma perché La Spezia deve ancora chinare la testa? Mi piacerebbe sentir dire che Enel ritira la procedura autorizzativa e si siede con la città a parlarne. Mi piacerebbe anche sentirvi dire che il carbone verrà dismesso anche se non andrà in porto la centrale a gas”.

A ribadire il concetto è anche il commissario Fabio Cenerini: “Il territorio ha detto che non siamo più disponibili per la centrale a gas, abbiamo deciso di stilare una lettera da inviare a Regione Liguria, in particolare al presidente Giovanni Toti in cui chiederemo di non dare l’intesa per le procedure per far andare avanti la centrale a gas”.

Per quel che riguarda la questione “bonifica” sono gli stessi commissari Federica Pecunia e Umberto Costantini a chiedere chiarimenti al riguardo.

“Nel PNIEC (piano nazionale integrato per l’energia e il clima) ha confermato la strategia di decarbonizzazione del paese ed ha definito lo sviluppo delle energie rinnovabili - ha ribadito Nicola Bracaloni - A supporto di queste però è prevista la realizzazione di sistemi di accumulo e produzione a gas per la stabilità della rete”.

Ribadendo anche il fatto che la scelta di far sorgere una centrale a gas nell’area dell’attuale centrale Enel, per quanto lo spazio destinato si ridurrebbe a 8,2 ettari circa, è dovuto al fatto che l’utilizzo di un’area già industrializzata avrebbe un impatto ambientale minore rispetto alla realizzazione di un impianto ex novo occupando altri siti magari non industriali. La realizzazione dell’impianto si dovrebbe svolgere in due step: il primo step, dall’autorizzazione a procedere, prevede la realizzazione di un ciclo semplice con l’installazione del turbogas a 560 megawatt, il secondo step richiederà altri 24 mesi per arrivare al ciclo complesso.

Il nuovo impianto a gas, ha tenuto a ribadire il direttore della centrale Fabio Persichetti, avrà un’attività inferiore rispetto a quella attuale, entrando in funzione in soccorso alla rete: “L’utilizzo in termini di funzionamento non sarà massivo, semmai un utilizzo alla canna del gas. L’area che esubera dalla centrale a gas verrà bonificata”.

In tutto questo i vertici di Enel hanno comunque tenuto a ribadire che la loro è una proposta, sarà poi lo “sceneggiatore”, ovvero Terna, a decidere. Altro fattore da tenere in considerazione è che in realtà la dismissione del gruppo a carbone e lo sviluppo della nuova unità a gas potrebbero essere percorsi slegati, ovvero potrebbe iniziare lo sviluppo della centrale a gas anche prima (difficile per i tempi tecnici e burocratici da tenere in considerazione) della dismissione di quella a carbone (prevista per il 2021).

E’ lo stesso direttore della centrale “Eugenio Montale” a ribadire gli investimenti di Enel sul settore energetico ovvero: “1 miliardo di euro da qui al 2021 nelle fonti rinnovabili, 400 milioni di euro in efficienza energetica e 2,5 miliardi in interventi nella rete.

Ma è proprio verso la fine della commissione che si scaldano gli animi, con l’intervento della commissaria Federica Paita: “Ai nostri elettori potremmo anche dire che oltre quegli 8 ettari voi costruirete il paradiso terrestre ma loro hanno detto no, basta Enel. State parlando con i rappresentanti di persone che dal 62’ hanno fuori di casa i panni stesi neri e che si ammalano. Questo progetto lo conosciamo bene, ha un’accettabilità sociale pari a 0. Faremo il possibile affinché la Regione dica no”.

A rispondere alla commissaria è stato proprio il direttore della centrale Fabio Persichetti: “Inviterei a fare una riflessione su quello che Enel può dare rispetto a quello che Enel ha fatto in passato. Enel ha sempre rispettato la normativa vigente in quel momento, è chiaro che la sensibilità negli anni 60’ era diversa da quella che abbiamo oggi. La sua è una posizione ideologica, allora perché ci avete chiamato in commissione?”.

Insomma persiste il muro contro muro con i rappresentanti del parlamento di piazza Europa intenzionati a procedere con un forte “no” alla centrale a turbogas. Insomma sembra che la parola fine sulla vicenda Enel sia ancora molto lontana.

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