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L'endometriosi raccontata in prima persona, tra dolore e speranza In evidenza

Sabato 15 ottobre sarà presentato il libro della spezzina Tania Vitali, che vuole fare conoscere questa malattia, ma anche infondere coraggio a chi la affronta.

Endometriosi. Una parola sola per definire una malattia poco conosciuta, ma che diventa sinonimo di dolore, sofferenza e paura per chi ha la sfortuna di trovarsela come compagna di viaggio per la vita. Eppure tra mille sofferenze fisiche e psicologiche si possono conquistare anche gioie e vittorie e regalare una speranza a tante altre donne alle prese con questa malattia.

Questo è il senso di “La guerra che si può vincere - l'endometriosi” (edizioni Helico, numero di pagine 72, prezzo 15 euro, prefazione di Gian Maria Felicetti), il primo libro di Tania Vitali, spezzina, classe 1973, tecnico di laboratorio biomedico.

«Non ho mai pensato di scrivere un libro, ma solo di buttare fuori sentimenti inesplosi come rabbia e dolore – racconta l’autrice, affetta da endometriosi dall’età di 16 anni- Così ho fatto, ma poi l’ho messo nel cassetto fino a quando non lo ha letto il dottor Gian Maria Felicetti, psicoterapeuta. È stato lui a convincermi che andava pubblicato perchè avrebbe potuto aiutare tante donne attraverso una forza pazzesca di trasferire emozioni».

Così una storia di sofferenze è diventata un progetto letterario declinato verso il coraggio e la speranza.
Nel libro è raccontata, divisa in capitoli, la vita di Tania e il suo rapporto con la malattia: i dolori, ma anche le gioie e le vittorie che comunque talvolta si riescono ad ottenere. La più grande in assoluto? La maternità. L’endometriosi, tra le mille problematiche, rende sterili: «Io invece sono riuscita ad avere una bambina – sorride Tania - E questa resterà sempre la mia più grande battaglia vinta contro quella che chiamo la maledetta. L’endometriosi ti condiziona tutto della vita: rapporti sociali, personali e lavorativi. C’è una parte psicologica importantissima che viene troppo spesso sottovalutata. Il dolore, la sofferenza e la paura diventano i tuoi compagni di viaggio: non ti lasciano mai neanche un istante perché devi imparare a metterti un catetere da sola o ad avere un sacchetto per le feci».

L’endometriosi non colpisce solo pelvi, legamenti, ureteri, vescica, reni, ma riesce anche ad arrivare a polmoni e cervello. Le cellule endometriali hanno la tendenza a sanguinare ogni mese e spargendosi nel corpo non perdono la loro caratteristica, causando così piccole emorragie a seconda di dove si trovano. La soluzione è solo imbottirti di antidolorifici forti per respirare qualche ora.

Eppure le gioie si possono conquistare, con fatica e impegno. Ma quando arrivano sono il migliore antidolorifico naturale che esista.

Ecco quello che Tania vuole raccontare nel suo libro oltre alla scopo di far conoscere una malattia poco studiata e che spesso viene sottovalutata. Eppure nel mondo sono circa 3 milioni le donne affette da endometriosi. Spesso si sentono sole e non capite, liquidate con la frase «è solo un mal di pancia, sei tu che hai la soglia del dolore bassa».

«Questa malattia è una condanna – chiude Tania - Non ci devono più essere persone, e anche medici purtroppo, che facciano sentire pazza una donna affetta da endometriosi. Per me ci sono voluti 8 anni per una diagnosi e nel frattempo si sono accumulati troppi danni. Ma una felicità è possibile».

Il libro sarà presentato sabato 15 ottobre alle 17 alla biblioteca Beghi in via del Canaletto. Ad introdurre la presentazione sarà il dottor Gian Maria Felicetti, psicoterapeuta. Dialogherà con l’autrice la professoressa Marina Pratici, critico letterario. Interverrà anche la dottoressa Gaia Gianola, dirigente medico dell’Asl 5, specialista in ginecologia e ostetricia.

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