L'effetto più drammatico della crisi economica finanziaria che stanno attraversando il nostro paese e il nostro territorio è senza ombra di dubbio la drammatica situazione occupazionale.
Oltre alle innumerevoli chiusure d'impresa che registriamo quotidianamente, i dati relativi alle richieste di cassa integrazione in deroga sono tragicamente eloquenti: solo nel 2012 nei confronti della Regione Liguria sono state inoltrate richieste da parte di 1216 imprese.
La situazione già drammatica dello scorso anno ha subito una preoccupante impennata a partire dal mese di dicembre 2012 che è proseguita anche per i mesi di gennaio e febbraio 2013; solo in questi ultimi tre mesi sono 1055 le aziende che hanno richiesto con accordo sindacale l'autorizzazione alla messa in casse in deroga dei propri dipendenti.
Nel 2012 la spesa per la cassa in deroga in Liguria è stata di 62 milioni e 300mila euro solo nei mesi di gennaio febbraio e marzo 2013 la spesa autorizzata è pari a 49 milioni e300 mila euro.
Come ben noto la Regione Liguria ha comunicato che al momento i fondi a disposizione per il 2013 sono pari a circa 14 milioni.
Risorse in grado di coprire a malapena il 30% delle richieste pervenute dei primi tre mesi.
Purtroppo questa carenza di risorse per finanziare gli ammortizzatori sociali in deroga nella nostra Regione, come nel resto del Paese, poteva essere ragionevolmente prevista senza generare ulteriori e immotivate aspettative nei confronti delle imprese e dei lavoratori .
Gli appelli che oggi leggiamo sui giornali e che fanno riferimento all'utilizzo dei contratti di solidarietà non tengono assolutamente in considerazione il fatto che le risorse riservate dal Governo a questo istituto sono al momento pressoché esaurite, senza contare che comunque per la loro attivazione occorrono procedure burocratiche che comportano tempi biblici.
E' evidente che di fronte ad uno scenario di questo tipo l'emergenza occupazionale diventa una priorità inderogabile su cui le istituzioni devono intervenire immediatamente e che questa situazione di stallo non può più essere tollerata dalla nostre imprese.
Il paradosso che le nostre imprese devono affrontare è che da un lato viene chiesto loro attraverso i giornali di non procedere a riduzione del personale e dall'altro le istituzioni non offrono loro il benché minimo strumento alternativo che consenta loro di mantenere il posto di lavoro.
Posto che le nostre imprese difficilmente avranno l'opportunità di un finanziamento della cassa integrazione se non per i primi tre mesi del 2013 come Confcommercio Liguria ci era sembrato urgente e opportuno lanciare un appello alla Regione affinchè venisse sottoscritto, con le parti sociali, almeno un accordo generale di natura politica che sostenesse le tante imprese intenzionate a mantenere gli assetti occupazionali.
"Abbiamo semplicemente proposto che a fronte dell'impegno dell'impresa a conservare il posto di lavoro anche in assenza di copertura finanziaria per la cassa in deroga, per tutto il periodo richiesto, non gravasse a loro carico nessun onere economico e contributivo.
Purtroppo non è stato possibile neanche effettuare questo accordo.
Ancora una volta l'inerzia delle istituzioni aggrava ulteriormente la crisi occupazionale che stiamo affrontando.
Ora più che mai è necessario arrivare al più presto alla formazione di un nuovo Governo con pieni poteri che possa stanziare al più presto nuovi fondi a favore delle nostre PMI che sono ormai al collasso economico.
Le priorità sostenute da Confcommercio sono legate non solo alla categoria che rappresentiamo, ma al Paese stesso: la salvaguardia dell'occupazione non può non passare attraverso un rilancio economico del paese" commenta Roberto Martini, direttore provinciale di Confcommercio La Spezia.