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Rinnovo del contratto nazionale, Cgil e Uil: "Un NO per la dignità del lavoro pubblico" In evidenza

Dal 16 al 21 dicembre oltre 3000 lavoratrici e lavoratori dei Ministeri spezzini saranno impegnati nella votazione sul rinnovo del contratto nazionale attraverso il referendum promosso da Cgil, Uil e Usb a livello nazionale

"Facciamo un appello al voto - dichiarano il Segretario Generale della Cgil della Spezia Luca Comiti e il Coordinatore territoriale della Uil Liguria Marco Furletti - a tutte le dipendenti e i dipendenti dei Ministeri spezzini affinché si esprimano in merito a quello che pensano dell'ipotesi di contratto nazionale che è stato sottoscritto da altre sigle sindacali. Cgil e Uil non lo hanno sottoscritto perché hanno voluto difendere un principio: non accettiamo un aumento salariale che sta 10 punti al di sotto dell'inflazione. Sottoscrivere un contratto di questo tipo significa sancire il principio che un rinnovo faccia perdere potere d'acquisto alle lavoratrici ed ai lavoratori. Questa votazione ha un valore che va al di là della categoria interessata, ma rappresenta una questione di interesse generale. Nessun contratto, pubblico o privato, deve ledere la dignità del lavoro mortificando gli effetti economici, in questo caso quasi inesistenti, che esso producono all'atto del rinnovo. Nonostante la nostra contrarietà abbiamo comunque deciso di affidarci alla democrazia e per questo abbiamo promosso un referendum cui possono partecipare tutte e tutti, indipendentemente dall'appartenenza sindacale."

"Chiediamo di votare NO attraverso la piattaforma telematica che metteremo a disposizione di tutte e tutti - dichiarano la Segretaria Generale della Fp Cgil della Spezia Marzia Ilari e il Segretario della UIl Pa della Spezia Massimo Colombi - ad un rinnovo contrattuale che non da risposte in termini economici e giuridici. Chiediamo di votare NO per difendere la dignità del lavoro pubblico, colonna portante del Paese che da anni subisce politiche di tagli e disinvestimenti. Alla carenza di risorse messe a disposizione dal Governo per il rinnovo del contratto, si aggiunge la mancanza di risposte su questioni gravissime come le assunzioni, fondamentali per garantire i servizi, e il ritardo con cui viene pagato il TFR solo ai dipendenti pubblici, dopo 24 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro."

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