Riteniamo infatti che l'Arsenale possa e debba diventare un polo industriale fondamentale per il rilancio economico della nostra città e che pertanto si debba pensare per esso un serio piano di investimenti, sia in termini economici che occupazionali. L'arsenale presenta infatti enormi potenzialità nel settore della cantieristica navale. Ha dotazioni strumentali (bacini, officine, macchinari, spazi, ecc.) che devono e possono essere sfruttati, se opportunamente ristrutturati e resi funzionanti. Possiede ancora competenze e professionalità importanti, talvolta uniche nel loro ambito, che stanno via via scomparendo e che andrebbero invece affiancate, con nuovi innesti, nuove assunzioni, allo scopo di tramandare le conoscenze e le capacità esistenti.
In questo contesto assume un'importanza strategica il cosiddetto Piano Brin, un progetto di rilancio delle strutture arsenalizie italiane, che al momento risulta essere l'unico atto concreto su cui fondare un serio programma di sfruttamento delle potenzialità dell'arsenale spezzino. Per tale motivo esso va sostenuto, incentivato e finanziato. Il piano prevede infatti la ristrutturazione di una larga parte delle strutture arsenalizie, nonché l'ottimizzazione degli spazi attuali, in un'ottica di apertura delle aree ad investimenti privati, nel settore del refitting e della cantieristica navale italiana, con l'attuazione di una reale funzione pubblica e privata. Si comprende così come il piano Brin possa diventare il vero e proprio trampolino di lancio per la creazione di un autentico polo industriale navale italiano, che funga da volano economico per il territorio, insieme al porto mercantile e al turismo; un autentico piano del lavoro, in una città che rischia una vera e propria de-industrializzazione, come peraltro sta avvenenendo da alcuni anni.
Lo stanziamento dei 30 milioni di euro previsti dall'attuale governo deve quindi rappresentare un primo passo in quella direzione. Direzione che va seguita, fino a raggiungere la piena realizzazione del piano di rilancio. Come premesso la sola ristrutturazione delle strutture non é sufficiente. Essa deve essere accompagnato da un immediato e copsicuo piano occupazionale, che preveda l'assunzione di almeno cento unità, rispondenti a specifiche professionalità oggi vacanti nell'organico dell'arsenale. Di pari passo va poi ideata, organizzata e realizzata una scuola allievi operai, capace di professionalizzare e avviare al lavoro giovani, le cui competenze possano essere impegate sia nel settore pubblico, che in quello privato.
Chiediamo a tutti i livelli istituzionali locali e nazionali di sostenere tali iniziative, allo scopo di raggiungere questo importante risultato. Siamo ovviamente pronti a confrontarci cori qualunque iniziativa che vada nella medesima direzione, ma non siamo disponibili a sostenere progetti o idee che rinviino ulteriormente nel tempo decisioni sulla questione e neppure a sostenere soluzioni di ipotetiche spartizioni delle aree arsenalizie, che mirino ad eliminare la presenza della Marina Militare nel nostro territorio.