Sconosciuto alla nostra portuantà mentre fioriva in tanti altri scali, questo flusso si è moltiplicato in pochi anni premiando i molti sforzi, nel nuovo equilibrio tra porto e città e nei comparti mercantili dello scalo, per portare alla Spezia le maggiori compagnie, tenuto conto comunque che anche il traffico crocieristico, stante l'agguerrita concorrenza, va conquistato anno dopo anno con la forza di attrazione e la qualità dei servizi. Per cui ritengo, come ho dichiarato in Comitato portuale, che la prospettiva di rimettere oggi in discussione oltre al Piano triennale (Pto), che aveva già superato con voto unanime del comitato un passaggio in ottobre, il Piano regolatore (Prp) con tutto quello che comporta, significa assumersi la grave responsabilità di rinviare o bloccare un processo già dibattuto, corretto e condiviso.
Di fronte all'eventualità vanno fatte alcune considerazioni, partendo dalla affermazione che coerenza e visione sono per me, e dovrebbero essere per tutti, imprescindibili, soprattutto in momenti come questo nel quale non possiamo più permetterci ritardi nei programmi e nel quale andrebbero al contrario accelerati i processi di recupero e di nuova destinazione delle vaste e pregiate aree in dismissione. Anche perché il 2016 dovrà essere, per il combinato disposto di coincidenti fattori locali, nazionali e internazionali, l'anno decisivo delle scelte strategiche, alla vigilia dei rinnovi dei vertici della Autorità Portuale e dell'Amministrazione comunale del capoluogo, vigilia che dovrebbe portare ad accelerare i processi decisionali e realizzativi. E' dunque l'anno che metterà davvero alla prova la capacità di pensare e di decidere dì tutta la classe dirigente.
Per questo insisto su coerenza e visione, perché entrambe fanno parte del processo di trasformazione della città. Coerenza sui progetti vincitori dei concorsi d'idee tanto sbandierati come crescita identitaria della città, promossi e presentati in attesa dell'avvio dei lavori del Water-front. Visione con un'idea di sviluppo moderno della nostra città che finalmente si riappropria sempre più del fronte a mare e ha l'onore e l'onere di programmare, con originale confronto di idee, la nuova destinazione di aree strategiche e di pregio come quelle dell'Enel, ancora dell'area IP, del Water front e militari.
Da queste scadenze e da questo breve elenco si comprende come scelte non rinviabili siano fondamentali per tracciare veramente il futuro della nostra città. E ci esortano a non avere timore nel pensare, finalmente, in grande con il coraggio delle idee. Ci esortano ad abbandonare il basso profilo, purtroppo, una costante storica nella nostra città. Non si ripetano le tristi esperienze del passato finito sempre nelle scelte minimaliste e mai veramente innovative. Valga per tutte la lezione emblematica di piazza del mercato, pur transitata attraverso un concorso di idee. Non fu scelto il progetto vincitore con il risultato che, pagato dazio all'arretratezza, ne è risultato un ibrido, insoddisfacente per i clienti e per gli operatori, non rispondente alle richieste di un vero mercato cittadino moderno, dotato di magazzini e parcheggi e al riparo dalle intemperie.
Ecco, non vorrei che su Calata Paita si ripetesse il medesimo errore. Laddove, senza la realizzazione dell'isola artificiale, avremmo le navi (sempre più alte) non più a distanza ma a ridosso e tali da issare una barriera visiva tra la città e il mare. Se per i volumi a terra si potrà rivedere in parte il progetto in funzione dei mutamenti dei tempi e delle aspettative, più che creare filosofiche occasioni di confronto e dì scontro cerchiamo per intanto di collegare tutti gli scarichi fognari dei centro al depuratore, eliminiamo quei miasmi insopportabili presenti tutta l'estate alla passeggiata Morin, pessimo biglietto da visita per i croceristi, per i turisti e per tutti noi cittadini, indice come il resto di quella strana e indicibile bramosia di farci dei male.