Sotto il pressing delle lobby industriali italiane, l'Unione Europea ha inviato all'Italia una diffida che obbliga ad eliminare il divieto di utilizzo di latte in polvere per la fabbricazione di prodotti quali formaggi, yogurt e latte alimentare. Tale divieto era stabilito dalla legge n.138 dell'11 aprile del 1974 che da oltre 40 anni garantisce all'Italia primati a livello internazionale nella produzione casearia, difendendo la qualità e distintività dei prodotti agricoli utilizzati.
"Il via libera dalla Ue alla polvere di latte – prosegue il direttore di Coldiretti Domenico Pautasso - provocherebbe infatti l'abbassamento della qualità, l'omologazione dei sapori, un maggior rischio di frodi. La diffida Ue non potrà che aggravare una situazione che già vede processi produttivi sempre più opachi, a causa della mancanza dell'obbligo di etichettatura dell'origine, le nostre filiere agroalimentari sempre più fragili, perché aggredite dall'importazione crescente di semilavorati a basso costo, a discapito di qualità e sicurezza, la perdita di economia e occupazione per il nostro paese, un rischio per l'ambiente e il presidio dei territori, in particolare per le zone montane e svantaggiate"
"Qualità degli alimenti, rispetto delle tradizioni produttive, chiarezza di informazione ai consumatori non sembrano stare a cuore all'Unione europea". Lo dichiara Giuseppe Menchelli, Direttore della Confartigianato spezzina, commentando la richiesta pervenuta all'Italia. "Si tratta – sottolinea Menchelli - di un grave attacco alla tradizione agroalimentare made in Italy che ha nella produzione di formaggi un settore di punta apprezzato in Italia e all'estero e nel quale operano 2.000 imprese artigiane. L'Italia è leader tra i Paesi europei per il numero di formaggi di qualità con marchio DOP, IGP e STG: ben 47, i cui disciplinari di produzione, se venisse accolta la richiesta dell'Ue, potrebbero essere modificati a tutto svantaggio dei consumatori".
Anche in provincia della Spezia sono diverse le eccellenze nel settore caseario. "Chiediamo al Governo italiano di difendere questo nostro patrimonio produttivo – spiega Mario Esposito, titolare del Caseificio Esposito di Brugnato - le norme in materia alimentare devono tendere a standard elevati e non piegare al ribasso, come già avvenuto per altri prodotti enogastronomici pregiati. I prodotti di qualità, preparati con ingredienti selezionati e secondo procedimenti tradizionali migliorati nel corso degli anni dalle capacità degli artigiani, non devono infatti, in nessun modo essere equiparati a quelli che sono invece veri e propri surrogati".
"Agli industriali conviene usare polvere di latte – commenta infine Sergio Traverso - perche' costa 1/3 in meno ed aumenta le loro marginalità ed i profitti. Le multinazionali che vogliono fare il formaggio senza latte sono le stesse che pagano il latte italiano al di sotto del costo di produzione. Con questa norma si rischia di far morire le piccole imprese casearee che non sono Dop e Igp ma che producono un prodotto di qualità con il latte. Noi rilanciamo invece la nostra idea di qualità chiedendo alla Provincia e alla Regione l'apertura di una fattoria in Val di Vara per produrre latte biologico nel territorio".
Confartigianato e Coldiretti chiedono ai parlamentari europei italiani e al Governo di dare voce alle ragioni delle piccole imprese e dei consumatori.