A febbraio 2015 – secondo mese di applicazione della decontribuzione per le assunzioni a tempo indeterminato – l'occupazione, al netto della stagionalità, segna una flessione dello 0,2% rispetto a dicembre 2014.
Nel confronto europeo pubblicato da Eurostat si osserva che da inizio anno il numero dei disoccupati in Italia è invariato mentre in Uem si è ridotto dello 0,8%; nel dettaglio le persone in cerca di lavoro si riducono dell'1,9% in Spagna, dell'1,7% in Germania mentre aumentano dello 0,2% in Francia. Secondo Confartigianato per creare occupazione non appare sufficiente la via delle riforme, che va combinata con apprezzabili e stabili incrementi della domanda. A tal proposito si evidenzia che i recenti dati dell'Istat indicano che nella media degli ultimi tre mesi il fatturato del manifatturiero diminuisce dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti, calo tutto concentrato sulla domanda interna (-0,6%) mentre cresce (+1,0%) il fatturato estero. Nel comparto dei servizi nel quarto trimestre del 2014 l'indice del fatturato dei servizi – in questo caso sono disponibili i dati per una analisi tendenziale – registra un aumento dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente ritornando in positivo dopo 2 trimestri negativi; nell'intero anno 2014 il fatturato dei servizi è a 'crescita zero'. Infine uno sguardo al settore delle costruzioni: nonostante i recenti deboli segnali di risalita, l'indice della produzione nelle costruzioni nella media del trimestre novembre 2014-gennaio 2015 è diminuito dell'1,6% rispetto ai tre mesi precedenti. Anche per rispondere alla profonda crisi delle costruzioni – ma non solo – le politiche per favorire il lavoro si devono concretizzare in un adeguato apporto di domanda pubblica per investimenti; al contrario, invece, la spesa della PA per investimenti in Italia mostra un profilo decrescente: dal 2,8% del Pil nel 2011 gli investimenti pubblici scendono al 2,2% nel 2015 e proseguiranno la discesa (2,1%) nel 2016. Come ben segnalato nel recente esame della finanza pubblica dalla Corte dei conti, sul fronte del contenimento della spesa pubblica "il riequilibrio realizzato nel quadriennio è caratterizzato da un crescente sacrificio degli investimenti e delle spese in conto capitale. Una tendenza che accomuna amministrazione centrale ed amministrazioni territoriali."