Precisiamo che LSCT è per noi un riferimento strategico importante anche per le nostre attività e siamo estremamente felici per gli investimenti che fa e farà per potenziare e ammodernare lo scalo spezzino; ma certo non possiamo non denunciare quanta scarsa attenzione è invece rivolta alla nostra realtà professionale.
La scelta dell'Autorità Portuale di introdurre per primi in Italia il corridoio doganale sui magazzini Ikea a danno degli spedizionieri doganalisti della Spezia, delle proprie aziende e complessivamente dell'economia locale, rappresenta il precedente che romperà l'equilibrio virtuoso e di collaborazioni che hanno reso possibile negli anni il successo del Porto della Spezia: il così detto modello Spezia. Non è accettabile che si entri a gamba tesa in dinamiche di mercato privatistico, che è quello che produce ricchezza ed occupazione ad alto valore aggiunto, in totale violazione delle regole di mercato. Con questa operazione del corridoio Ikea, sostanzialmente quelle che sono le competenze degli spedizionieri doganalisti, previsti dalla legge, e cioè l'emissione dei documenti doganali, verranno totalmente bypassate e sostituiti da strumenti di controllo satellitari molto costosi sugli automezzi che avranno il compito di monitorare il container dal Porto della Spezia fino al magazzino Ikea senza nessun documento.
I costi di tutta questa procedura saranno interamente a carico dello Stato che li sosterrà attraverso Uirnet che è la società di diritto pubblico partecipata anche dall'Autorità Portuale della Spezia. Siamo di fronte a dinamiche che inquinano il mercato che raccontano falsi efficientismi e che produrranno il solo fatto concreto di spostare le attività doganali dal Porto della Spezia in luoghi dell'interno. Come dire che alla Spezia si fa il lavoro di carico e scarico in banchina e quello che invece rappresenta la ricchezza vera del contenitore lo si trasferisce altrove! Abbiamo in questi mesi cercato di fare capire all'Autorità Portuale che questa procedura dei corridoi doganali, che viene spacciata per modernizzazione, produce invece perdita di peso economico per la nostra città insieme alla perdita di professionalità ed occupati (circa 500 addetti).
A nome delle tre Associazioni di categoria abbiamo formulato una richiesta d'incontro con il Presidente dell'Autorità Portuale e ad oggi non abbiamo avuto nessun riscontro mentre riteniamo che la nostra realtà associativa, assieme a quella degli Agenti Marittimi e delle Case di Spedizione, possa dare un contribuito determinante ad esaminare queste fasi tecniche specifiche del nostro lavoro.
Ricordiamo che se oggi il Porto della Spezia è quello dei primati dell'efficienza e dell'innovazione tecnologica è grazie agli investimenti e all'impegno di imprese private che hanno dedicato risorse e passione per fare grande questo Porto creando, tra l'altro primi in Italia, una piattaforma informatica interamente con risorse private per la gestione dei documenti doganali.
Auspichiamo che di fronte a questa scelta dell'Autorità Portuale si possa aprire con tutti gli attori interessati, il prima possibile, un confronto serio leale e trasparente nel quale ognuno possa assumersi la responsabilità degli effetti che conseguiranno dalla procedura dei corridoi doganali.