È quanto segnala la Confedilizia, evidenziando come il calcolo del valore degli immobili quale definito ai fini IMU è tale da escludere automaticamente dalle prestazioni sociali agevolate un alto numero di proprietari di casa che a tali prestazioni hanno invece diritto sulla base dell'attuale indicatore, che si fonda sull'imponibile ICI. Come noto, infatti, ai fini dell'IMU il valore delle abitazioni è stato elevato del 60 per cento per effetto dell'aumento – del tutto slegato dalla realtà e finalizzato solo ad acquisire maggior gettito – dei moltiplicatori catastali.
Insomma, con il nuovo ISEE – rileva la Confedilizia – numerosi proprietari di casa, pur non avendo visto accresciuto il proprio tenore di vita, che si è al contrario ridotto per far fronte alla pesante tassazione costituita dall'IMU – perderanno automaticamente il diritto ad usufruire di prestazioni di natura sociale e assistenziale quali, ad esempio: assegni familiari, assegni di maternità, riduzione delle rette degli asili nido, riduzione del costo delle mense scolastiche, riduzione delle rette delle case di cura per anziani, agevolazioni per utenze gas, telefono, elettricità, esenzione per le prestazioni sanitarie, riduzione delle tasse universitarie. Con l'effetto – conclude l'Organizzazione storica dei proprietari di casa – di accrescere la discriminazione nei confronti dell'investimento immobiliare già insita nella componente patrimoniale dell'ISEE.