Ma andiamo con ordine: gli effetti della crisi sono stati pesantissimi. Tra il 2008 ed il 2011 la spesa delle famiglie italiane è aumentata del 4%, attestandosi sui 962,6 miliardi di euro. Per contro, i risparmi hanno subito una caduta verticale del 26,4%, scendendo a quota 93,5 miliardi di euro, mentre il reddito disponibile è rimasto pressocché uguale (+0,3%). Male, infine, il risultato emerso dall'andamento del potere d'acquisto che in questo quadriennio è sceso del 3,7%. L'inflazione, sempre tra il 2008 ed il 2011, ha fatto segnare un +5,2%.
Tra il 2001 e il 2011, invece, la situazione ha visto registrare un aumento della spesa del 30,4%, una contrazione del risparmio del 16,5%, un incremento del reddito del 24,2%, una inflazione del +24%, mentre il potere d'acquisto delle famiglie è diminuito dello 0,5%. Risultato? La disponibilità economica delle famiglie italiane è tornata ai livelli di 10 anni fa.
"E' indubbio – Giuseppe Menchelli, direttore della Confartigianato della Spezia – che questi dati medi non ci consentono di individuare con precisione le tipologie familiari più colpite da questa grave situazione economica. Tuttavia, a subire maggiormente i contraccolpi della crisi sono state le famiglie numerose con minori a carico, quelle monoreddito e quelle che purtroppo hanno subito la perdita del posto di lavoro di almeno un componente.
In questa situazione sono indispensabili serie politiche di aiuto alle famiglie, in modo particolare verso tutte quelle situazioni di disagio, nelle quali l'apporto della famiglia è indispensabile in un momento in cui lo stato sociale fatica a dare risposte. Appare poi evidente che la poca propensione ai consumi delle famiglie italiane non può non preoccupare anche i lavoratori autonomi, in particolar modo artigiani e piccoli commercianti. Se le famiglie continueranno a spendere con il contagocce, per queste attività economiche l'uscita dalla crisi è destinata ad allontanarsi."