L'On. Comi sarà quindi ospite di RETE IMPRESE Italia La Spezia –la sigla che raggruppa Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti- domani, sabato 30 novembre 2013, alle ore 15:00 presso la Sala Marmori della Camera di Commercio della Spezia, per presentare l'operato a favore delle aziende italiane del settore balneare e commerciale. All'evento, aperto al pubblico, saranno presenti i Presidenti e Direttori delle associazioni di categoria locali, e vi potranno presenziare i cittadini e gli operatori commerciali della Provincia. Parlare di imprese balneari, in Italia, così come nella nostra provincia, ci si riferisce ad una importante realtà socio-economica tipica del turismo italiano che ha raggiunto livelli di significatività economica e una forte rilevanza occupazionale: un sistema di imprese unico ed esclusivo che si distingue profondamente da quelle del resto dei paesi europei a vocazione turistica che oggi si trova a dover affrontare, oltre alle difficoltà per il ciclo economico sfavorevole, anche l'incertezza normativa, a seguito dell'eventuale applicazione della Direttiva Bolkestein, che colpirebbe fortemente l'operatività e metterebbe a rischio la loro sopravvivenza. Una vera e propria spada di Damocle che mina gli sforzi compiuti in lunghi anni di lavoro e sacrifici e che ha già determinato, in questi ultimi anni, la paralisi degli investimenti da parte delle imprese: circostanza che sicuramente continuerà nei prossimi anni. Una situazione insopportabile anche a seguito della soluzione legislativa della Spagna che ha evitato le evidenze pubbliche e prorogato la durata delle concessioni (attualmente di 30 anni), sino a 75 anni. I cinque anni di proroga che hanno posticipato al 2020 la scadenza delle concessioni delle spiagge demaniali non sono ritenuti sufficienti per rilanciare gli investimenti r garantire l'occupazione. Rete Imprese Italia continuerà ad impegnarsi per l'esclusione dall'evidenza pubblica delle imprese turistico-ricreative e per l'approvazione di provvedimenti idonei a scongiurare la "distruzione" di un settore economico -assolutamente vitale per l'economia italiana– e da più parti ritenuto fondamentale per conservare ed accrescere la capacità di attrazione del turismo balneare.