Questa mattina presso la sede di Confindustria La Spezia, è stato presentato lo "Studio strategico infrastrutture - valutazione delle necessità infrastrutturali nella provincia della Spezia". Lo studio, che è di fondamentale importanza per il futuro della città e del territorio, è stato commissionato da Ance La Spezia e dall'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, in collaborazione con Confindustria La Spezia, Provincia della Spezia e Comune della Spezia e realizzato da Confindustria Advisory e dall'Università La Sapienza di Roma, con i contributi di Simone Mazzini, professore ordinario presso il Dipartimento di Economia e Management dell'Università di Pisa e di Roberto Vallarino, CEO di ITEC Engineering.
Uno studio che ha origine dal documento presentato da Confindustria La Spezia nel 2023 quale risultato di un'analisi del potenziale di crescita del territorio realizzata da European House Ambrosetti, nel quale tra le 26 priorità strategiche indicate per accompagnare lo sviluppo del territorio nei prossimi dieci anni, vi erano anche le infrastrutture. Il progetto sulle infrastrutture presentato questa mattina, non interessa solo il territorio spezzino, ma quello di undici comuni nella parte sud della provincia della Spezia.
Lo studio analizza le implicazioni economiche e sociali che potrebbero verificarsi nell’ eventuale situazione in cui, la circolazione sul raccordo che collega La Spezia con Santo Stefano Magra, venga interrotto per un'eventuale criticità. Lo studio propone anche una soluzione al problema, in modo da consentire la continuità operativa e lo sviluppo economico della città.
La conferenza è stata aperta dai saluti istituzionali. il presidente di Confindustria Mario Gerini ha sottolineato come le infrastrutture siano fondamentali e una risposta alle reali esigenze del contesto locale e che una rete efficiente è necessaria per accompagnare la competitività del territorio, e che è necessaria una pianificazione che vada oltre i confini comunali, ma che consideri un territorio vasto che comprenda la provincia spezzina e la Lunigiana. Gerini ha poi sottolineato quanto sia importante la sinergia e il dialogo costante con le istituzioni.
Ha preso poi la parola il presidente di ANCE La Spezia Alberto Bacigalupi che ha voluto illustrare i motivi che hanno condotto alla realizzazione dello studio presentato questa mattina.
"Lo studio trae la sua origine da una domanda che Confindustria, Autorità Portuale, Provincia e Comune della Spezia si sono posti a seguito del crollo del Ponte Morandi e di quello di Albiano. Riflessione che è stata ripresa anche in occasione dei recenti lavori di messa in sicurezza del raccordo Santo Stefano - La Spezia. La domanda nello specifico è: Quali sarebbero le conseguenze per il tessuto produttivo se accadesse un evento che rendesse impossibile il transito sul raccordo?"
Alberto Bacigalupi ha spiegato che il raccordo Santo Stefano - La Spezia risale agli anni '70 e che a quell'epoca rivoluzionò la circolazione del territorio, permettendo un collegamento veloce tra La Spezia e la Val di Magra. "Oggi, però, questa sola arteria risulta insufficiente: basti pensare a quando il traffico viene bloccato per un'evenienza anche per soli trenta minuti, la circolazione si blocca e le vie provinciali alternative soffrono un congestionamento eccessivo. Se un'evenienza bloccasse la circolazione per un medio-lungo periodo, questo potrebbe avere effetti negativi sullo sviluppo del territorio. Inoltre, tenendo anche presente che l'unico accesso alla Spezia è ad est essendo sugli altri tre lati preclusa dalle colline e dal mare, l'unica ipotesi è pensare ad un'alternativa al raccordo che insista sempre ad est".
“Il nostro territorio ha una prospettiva di sviluppo molto importante – ha dichiarato il Sindaco Pierluigi Peracchini - per cui è giusto preoccuparsi anche di eventuali criticità che, in via solo ipotetica, potrebbero verificarsi e che lo studio evidenzia nel suo scenario peggiore. Il tema va comunque visto in modo integrato con quello della mobilità dei lavoratori, e quindi del servizio casa/lavoro; delle abitazioni, delle alternative di viabilità, ma va integrato anche con il sistema ferroviario e marittimo. Una visione di futuro che tiene in considerazione tutti questi elementi per costruire un progetto che dovrà essere ragionato nelle sedi istituzionali opportune.”
Per quanto concerne l’Autorità di Sistema Portuale, il Commissario Straordinario Federica Montaresi, illustrando la portata dello studio, ha sottolineato che “il porto della Spezia è certamente uno degli asset fondamentali dello sviluppo futuro del territorio. Nei prossimi anni lo scalo spezzino verrà importanti investimenti in infrastrutture: dall'ampliamento del terminal LSCT e del Terminal del Golfo, al nuovo molo e stazione crociere. Questi interventi richiedono però infrastrutture efficienti che permettano un facile accesso al porto. Oggi riteniamo importante accompagnare sempre alle infrastrutture servizi connessi adeguati, come la digitalizzazione, che ne possano enfatizzare le potenzialità e, nel caso di questo studio, ci aiuterà la visione strategica e condivisa con tutte le amministrazioni del territorio, per giungere ad uno sviluppo armonico e sostenibile dell’intero assetto viario della provincia.”
Lo studio non ha evidenziato solo i rischi e i danni potenziali, ma ha offerto soluzioni concrete tramite la realizzazione di nuove infrastrutture, ad integrazione di quelle esistenti. Le soluzioni sono non solo realizzabili e il risultato di un attento studio, ma sono la base di una strategia di area vasta con una visione di Città Metropolitana.
Nello specifico le nuove infrastrutture proposte sono:
- una “bretella” che collegherà l’area industriale della Spezia con quella di Arcola, che per il momento è chiamata Superstrada del Golfo
- la cosiddetta Cisa bis che allevierà il peso del traffico sulla attuale SS Cisa
- il “bypass” dell’abitato di Santo Stefano Magra.
A fronte dell'investimento ipotizzato di circa 540 milioni di euro, si eviterebbe un danno potenziale annuo tre volte superiore e ricadute positive molto significative tra i quali un incremento del valore aggiunto di circa 100 milioni di euro e un aumento occupazionale di circa 1.400 posti di lavoro stabili.
La realizzazione delle nuove infrastrutture permetterebbe non solo di garantire una viabilità alternativa in caso di criticità sul raccordo, ma anche integrare e rendere più efficiente il sistema viario provinciale. I benefici sono molteplici:
- il miglioramento dell’efficienza logistica: riduzione dei tempi di percorrenza e dei costi di trasporto, con conseguente aumento della competitività del nostro porto.
- lo sviluppo economico: creazione di nuovi posti di lavoro e aumento del valore aggiunto prodotto sul territorio.
- la riduzione dell’inquinamento: miglioramento della qualità dell’aria e della vita dei cittadini.
- l'aumento dell’attrattività del territorio: valorizzazione del nostro patrimonio e miglioramento dell’accessibilità, con ricadute positive sul settore turistico.
Lo studio è stato realizzato e presentato da Tullio Buccellato - Economista e Coordinatore Centro Studi Confindustria Advisory, Carolina Serpieri - Assistant professor Sapienza Università di Roma, Cristiana Fiorelli - Assistant professor Sapienza Università di Roma, Gianluca Rinaldi - Direttore tecnico Pianificazione Territoriale Comune della Spezia, Simone Lazzini - Professore Ordinario Economia Aziendale Università Pisa, Roberto Vallarino - Amministratore Delegato ITEC Engineering.
Ha concluso i lavori l'Ing. Gabriella Gabriella Rolandelli - Direttore Area Sviluppo del Territorio, Infrastrutture e Trasporti Regione Liguria, che ha sottolineato come questo studio sia approfondito e ben strutturato e sicuramente adatto ad un suo inserimento nel piano territoriale regionale.
La mattinata si è conclusa con la sottoscrizione del protocollo di intesa tra Confindustria, Autorità Portuale e i comuni coinvolti nel progetto esplicitato dallo studio: comuni di Ameglia, Arcola, Bolano, Castelnuovo Magra, Follo, La Spezia, Lerici, Luni, Santo Stefano, Sarzana e Vezzano Ligure.