Il cluster marittimo dei porti della Spezia e di Marina di Carrara proteso verso l'Africa. Questo il tema che ha mosso un lungo confronto presso l'Auditorium "Bucchioni" del Porto della Spezia nella mattinata odierna. Uno dei tanti appuntamenti della due giorni di "A Bridge to Africa" volti a esplorare le relazioni logistiche e di partnership dell'Italia, alla ricerca di nuove opportunità, nel continente africano.
Il focus mattutino si è incentrato sul sistema delle imprese che lavorano e collaborano al fianco del Porto della Spezia - Marina di Carrara. Ad introdurre i temi Gianluca Agostinelli, Presidente del Propeller Club Port della Spezia - Marina di Carrara, affiancato da Salvatore Avena, Segretario delle Associazioni del Porto della Spezia. Al tavolo di confronto su tale argomento l'Executive Director di FHP Carlo Freni, il CEO di Contship Italia Group Matthieu Gasselin, Michele Giromini, Ceo di Dario Perioli, Alessandro Laghezza, Presidente dell'azienda spezzina Laghezza, Antonio Musso, Managing director di Grendi Trasporti Marittimi ed infine Mauro Solinas, External relations director di Tarros Group.
"La Spezia e Carrara, in questi porti, in questo sistema, c'è stata la vera nascita dei rapporti tra Italia e Africa. Rapporti che abbiamo curato e mantenuto sempre in maniera attenta - ha dichiarato Agostinelli. - Ci rendiamo conto di come le relazioni con l’Africa siano un dono prezioso. Il continente avrà un grande boom e per questo si creeranno tantissime opportunità. Siamo abituati a discutere con l'obiettivo di trovare soluzioni perchè qua l'interesse generale è sempre maggiore di quello del singolo. L'obiettivo è far nascere una nuova collaborazione con l’Africa facendo sistema".
“La giornata di ieri ha aperto una serie di riflessioni perché stiamo vivendo mutazione del commercio piuttosto significativa - ha aggiunto Avena. - La posizione geografica ci pone in un punto strategico, in quanto hub del centro Italia e sud Europa".
Avena ha in seguito sottolineato ciò che distingue e avvalora i porti del sistema ligure - toscano: "Partendo dai punti di forza, le condizioni climatiche ci garantiscono continuità lavorativa e sicurezza. Poi, i nostri porti sono quelli che adottano le cosiddette procedure smart terminal in cui siamo stati precursori. Oggi circa il 20% delle navi che giungono nei nostri porti hanno il così detto sdoganamento al mare. Infine un altro punto di forza riguarda l’imbarco e lo sbarco per ogni tipologia di merce, siamo in grado di rispondere a qualsiasi esigenza commerciali.
Tra i punti di efficienza del sistema ligure toscano troviamo le reti stradali, autostradali e ferroviarie - ha infine evidenziato il Segretario delle Associazioni del Porto della Spezia - che ci portano ad essere un punto di riferimento importante, oltre ad avere un centro unico dei servizi, una realtà importante nonché unica in Italia. Un'area retroportuale a soli 8km dal porto della Spezia nella quale vengono portati tutti i contenitori e le merci sottoposti a controllo, che possono così essere ispezionati nel minore tempo possibile".
Successivamente ha avuto inizio la tavola rotonda. A prendere parola i responsabili delle imprese che lavorano nell'orbita dell'autorità Portuale.
"Oggi il nostro gruppo serve 31 porti nel mediterraneo e collega 450 milioni di persone ogni giorno - ha dichiarato con orgoglio Solinas di Tarros Group. - Siamo un'azienda che produce qualità con il marchio made in italy, ma questo è spinto dalla cultura mediterranea. Creare cultura molto difficile e questo è il valore aggiunto che ha dato Tarros. Il fatto di unire le diverse culture è un valore aggiunto di cui la nostra azienda può vantare oggi".
"La nostra azienda ha sempre visto come il Mediterraneo e il nord Africa potessero rappresentare un'area importante per sviluppare relazioni commerciali e umane - ha sottolineato Giromini, CEO Dario Perioli. - Qui parliamo di Africa e l'Africa la viviamo ormai da oltre 20 anni, Algeria e Tunisia i principali paesi in cui ha investito la nostra azienda. In entrambe le realtà quello che ci viene chiesto è creare relazione e sviluppare formazione".
"Ci occupiamo di traffico e rapporti con la Sardegna - ha detto Antonio Musso, gruppo Grendi 1828. - Abbiamo sviluppato nell'ultimo periodo un sistema combinato di relazioni con i porti del Nord Africa che mette assieme alcune caratteristiche di quei porti che ci hanno permesso di riuscire ad avere efficienza estremamente elevata. Oggi quindi abbiamo collegamento bisettimanale tra Cagliari e Tunisi".
"Ieri durante gli altri meeting pensavo come un imprenditore può fare più business con l'Africa, però c'è un altro tema importante, ossia, cosa possiamo imparare dai paesi Nord Africani - ha aggiunto il CEO di Contship Group Gasselin. - Processi, agilità, flessibilità: tutto questo è una cosa che in Italia abbiamo dimenticato perdendoci in leggi e regole. In due anni a Damietta (Porto Egiziano a 10km a ovest dal Nilo) l'autorità portuale egiziana ha costruito 2 km di banchine e dragato dal deserto 18 metri. Dobbiamo imparare e capire perché loro riescono a fare determinate cose e noi no. Le soluzioni non sono difficili da implementare. Loro continueranno a farlo e se noi vogliamo fare un ponte con l’Africa dobbiamo capire come funzionano loro, e solo in termini di flessibilità e velocità riusciremo a essere veramente un partner dell'Africa, perchè se non lo siamo andranno a cercare altri. Non dobbiamo pensare che la vicinanza li porti a venire per forza da noi".
"Oggi siamo il primo gruppo terminalistico sulle merci diffuse in Italia, mobilitiamo più di 10 tonnellate di merci ogni anno aggiungendo servizi integrali e arriviamo a consegnare direttamente la merce anche negli USA - ha dichiarato Carlo Freni, direttore esecutivo di FHP. - In pochissimi anni siamo diventati un network con oltre 500 dipendenti. Vogliamo creare una logistica dedicata al general cargo per dare competitività all’industria italiana".
"Ci sono opportunità anche per aziende di media dimensione come la nostra che da sola non potrebbe farcela - ha dichiarato Alessandro Laghezza di Laghezza Spa. - Può, però, inserirsi con il proprio know-how in queste dimensioni. Quello della Spezia è un porto giovane, che ha basato la propria forza su efficienza e competitività. E' cresciuto grazie alla propria capacità di distinguersi per la propria efficienza, puntando anche sulla retroportualità in cui è avanti rispetto a molti altri porti italiani. A Santo Stefano, infatti, è presente un'area importantissima in cui la nostra azienda si inserisce come maggior operatore. Abbiamo iniziato da lì, con magazzini all'interno di aree in espansione. Lo scopo è rafforzare il concetto di portualità come sistema".