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A bridge to Africa: l’intervento della delegazione Algerina e Tunisina In evidenza

di Martina Costa - Esposti i punti fondamentali dei rapporti e delle prospettive con i due paesi.

Si è svolta nel pomeriggio di ieri, 14 novembre, presso l’Auditorium G. Bucchioni della Spezia, l’iniziativa “A bridge to Africa”, volta a mettere in evidenza le opportunità di collaborazione tra il nostro paese ed alcuni paesi del nord Africa, tra cui appunto, Algeria e Tunisia.

La delegazione Algerina ha articolato il proprio intervento attraverso i discorsi eplicativi di di Zohir Benhammou, Membro onorario di CAPC e Akli Brihi, Managing Partner and Founder di KBB Advisory.

Intervenuto prima delle delegazioni, Michele Giromini, Managing Director and Partner Dario Perioli SpA.

“Voglio sottolineare l’Importanza delle relazioni in corso tra Italia e Algeria. Per quanto riguarda il gas algerino, il primo destinatario è proprio l’Italia, che è anche il quarto Stato per export e import con il paese nord-africano. Crescenti le relazioni anche dal punto di vista degli investimenti”, ha dichiarato Giromini.

Ad aprire l’intervento dell’Algeria è stato invece Zohir Benhammou, membro onorario di CAPC.

“Il motivo per cui parlo così bene italiano è mia moglie, che ha origini pugliesi, e poi sicuramente per il fatto ho vissuto 15 anni in Italia. Sono qui oggi perchè voglio parlarvi delle opportunità di business che vediamo possibili in Algeria”- ha dichiarato Zohir Benhammou.

“Aabbiamo un’immensa esperienza in Italia. Per quanto riguarda l’approccio mercantile, non è più valido, non è più funzionale al fabbisogno del paese, sarebbe più giusto avere un posizionamento fisso. Sfatiamo un mito - ha proseguito Zohir Benhammou- Quando si parla di Algeria, si fa riferimento agli anni 90 in cui c’era una situazione di difficoltà per quanto riguarda la sicurezza. Ora io mi sento più sicuro ad Algeri che a Parigi.”

“Un’altra leva competitiva sono i corsi energetici. Va ricordato anche che l’Algeria è il portale verso tutta Africa subsahariana e che sono state costruite delle linee ferroviarie che permetterebbero di velocizzare i tempi. Abbiamo costi dell’olio veramente bassissimi, come quelli dell’acqua che rispetto all’Italia sono 50 volte inferiori.
Il salario minimo è 140 euro al mese. Quindi investire sarebbe interessante".

Sono molti i progetti prioritari del paese come ha sottolineato Benhammou, tra i quali ha ricordato la trasformazione della plastica, ma non solo. “C’’è un mercato di 5 miliardi previsti per il 2024 e la produzione di medicine generiche è una priorità nazionale. Abbiamo anche iniziative per quanto riguarda le infrastrutture e gli impianti di desalinizzazione dell’acqua. Molta l’attenzione alle energie rinnovabili che potrebbero aiutare non sono l’Algeria ma tutti i paesi”.

L’intervento algerino si è poi focalizzato in conclusione, grazie a Akli Brihi, Managing Partner and Founder di KBB Advisory, su argomenti come il settore strategico, i nuovi codici di investimento e sulla questione fiscale.

La delegazione tunisina ha invece esposto i propri punti cardine, incentrati su industrializzazione, sistema innovazione e shipping grazie alle parole di Wissem El Hani, Direttore Fipa Milano, FIPA Tunisia; Walid Dziri, CEO, Pangea Shipping Group; Imed Zammit, Former CEO, CoTuNav; Paolo Anselmo, Presidente, IBAN – Italian Business Angel Network.

“Noi abbiamo un’agenzia pubblica per l’investimento estero- ha sottolineato Wissem El Hani, Direttore Fipa Milano, FIPA Tunisia.

“Il nostro ufficio esiste in Italia dagli anni 90 a Milano. Abbiamo più di 4 mila aziende che hanno generato più di 250 mila posti di lavoro. Io ho lavorato tanto con gli italiani in Tunisia. Il quaranta per cento lavora nell’abbigliamento e nella calzatura. Nel 2024, l’Italia è il secondo investitore in Tunisia”.

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