Crediamo che dal punto di vista storico (il famoso "Portus lunae"), culturale ma soprattutto economico siano di più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono. La riforma dei porti con gli accorpamenti e la nascita dell'Autorità
di sistema portuale del Mar Ligure Orientale ha rafforzato il territorio comprensoriale dell'Alto Tirreno. Come membro supplente nell'Organismo di Partenariato della Risorsa Mare per l'autotrasporto, l'organo consultivo dell'ente, posso testimoniare l'apporto
e il dibattito che ha riguardato ad ogni tavolo il Porto di Marina di Carrara.
Lo testimoniano anche i numeri con 95 milioni di euro dedicati al porto di Marina di Carrara cioè un investimento superiore alle entrate locali, la realizzazione del waterfront recentemente inaugurato con nuova viabilità e nuova passeggiata a mare, l'avvio di interventi di cold ironing e l'avvio del primo lotto di dragaggio spesso discusso al tavolo, finalizzato al mantenimento dei fondali, tanto per citare alcuni lavori importanti.
Senza contare la qualificazione del personale, con i passaggi di livello e la crescita economica di funzionari e dirigenti.
L'unione dei due porti ha permesso all'autotrasporto di Massa Carrara di partecipare spesso ad altri incontri sulla viabilità spezzina in merito al trasporto del marmo per esempio, cosa impensabile prima.
Penso infine che il porto di Marina di Carrara unito a quello di Livorno in pochi anni perderebbe peso e peculiarità e l'opportunità storica di sviluppo, inseguita da decenni di battaglie del raddoppio e completamento della Pontremolese, che darebbe un accesso privilegiato alla Pianura Padana creando un asse sinora osteggiato più o meno velatamente da Genova e da Livorno.
Nicola Carozza,
Responsabile Confartigianato Trasporti