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Diga beach, nuova petizione dei diportisti per ottenere spazi per l'ormeggio In evidenza

di Massimo Guerra - C'è spazio per tutti nei 2 km della barriera frangiflutti del golfo della Spezia.

Con la fine della stagione estiva torna in primo piano il destino della diga foranea del golfo della Spezia. Attorno ai 2 km circa della barriera realizzata per difendere il porto dalle mareggiate si concentrano i legittimi interessi dei mitilicoltori, dei diportisti oltre che ovviamente dei terminalisti, interessati principalmente a dragarne i canali per il pescaggio delle mega navi portacontainers.

Sul tavolo le modifiche proposte dall'Autorità portuale circa la possibilità di poter ormeggiare le barche in diga, senza rischiare multe salate da parte della Guardia costiera, tenuta a fare rispettare le prescrizioni delle Ordinanze "balneari" emesse ogni estate che dichiarano off-limits ai diportisti la diga per l'intera lunghezza.

Per dire "basta" ai divieti per quella che, per molti proprietari di barche e per numerosi residenti delle borgate del golfo è la vera e propria "spiaggia degli spezzini", i promotori della prima petizione datata 2023, capeggiati da Alfredo Gilone, hanno predisposto una seconda petizione (potete scaricarla in fondo all'articolo), in previsione dello spostamento da dentro a fuori diga degli impianti dei muscoli, in concomitanza con l'avvio dei dragaggi, e della possibile rimodulazione del lay-out dei medesimi impianti una volta concluse le operazioni sui fondali da parte dell'Ap e prima della loro ricollocazione entro diga.

"Abbiamo ritenuto come diportisti - spiega Gilone - di ritornare alla carica sull'argomento balneazione alla diga ...l'unica spiaggia degli spezzini! Abbiamo già attivato la raccolta di firme per questa nuova petizione mirata a sensibilizzare le autorità sulla necessità di "ritagliare" degli spazi all'area di Classe C da destinarsi alla balneazione sulla falsariga di quanto già previsto nel canale di Porto Venere tesa, questa volta, a "liberalizzare" la balneazione nello specchio di mare della diga. I diportisti chiedono, con questa petizione, che venga modificata e rimodulata la zona, che racchiude anche la diga foranea, destinata alla sola mitilicoltura (peraltro ora molto vasta e destinata ad un ulteriore ampliamento) consentendo così di lasciare fuori dalla acque di classe B una piccola fascia di una quindicina di metri sia sull'esterno che sull'interno della citata struttura di difesa marina".

Quanto richiedono i diportisti, di fatto, è già stato previsto, in analogia, dalla Regione Liguria proprio nel canale di Porto Venere, dove sono tutelate sia la zona da destinarsi alla mitilicoltura che quelle fissate per la balneazione.

"In questo modo - spiega Gilone - si sanerebbe la possibile nascita del paradosso, assurdo, di avere, già dalla prossima estate, la diga foranea destinata ad uso turistico/diportistico con il solito notevole afflusso di barche e di turisti ma con un divieto, in atto, di balneazione posto tutto intorno alla struttura stessa. I diportisti sono convinti, sempre salvaguardando l'attività della mitilicoltura, che questa proposta possa considerarsi, anche tramite l'interessamento dei Sindaci locali e delle Autorità competenti, una valida soluzione".

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