L'ultimo ritocco è avvenuto nel 2011: tuttavia, nonostante l'aliquota ordinaria sia salita dal 20 al 21%, il gettito Iva ha subito un progressivo calo. "Certo – commenta il presidente di Confartigianato La Spezia, Alfredo Toti – la situazione economica generale ha influito moltissimo su questo risultato, tuttavia anche l'incremento dell'aliquota ha contribuito a penalizzare il gettito complessivo dell'imposta sul valore aggiunto". Il presidente Toti che è senza dubbio la memoria storica della piccola e media impresa alla Spezia ricorda che dal 1973 al gennaio di quest'anno, l'incremento più importante si è registrato proprio in Italia. Nel 1973 l'aliquota era al 12% e ora si attesta al 21%, con un aumento di ben 9 punti. Seguono la Germania, con una variazione di + 8 punti (era all'11%, adesso si attesta al 19%), l'Olanda, con un aumento di 5 punti (16% nel 1973, 21% nel 2013), l'Austria e il Belgio, con degli aumenti registrati nel periodo preso in esame rispettivamente del +4 e del +3. La Francia è l'unico Paese preso in considerazione che ha visto diminuire il peso dell'aliquota di questa imposta: se nel 1973 era al 20%, ora si attesta al 19,6% (- 0,4). "Se l'aumento previsto dal prossimo mese di ottobre – conclude Alfredo Toti - non verrà scongiurato, i consumatori italiani si troveranno a subire l'aliquota Iva ordinaria più elevata tra tutti i principali paesi dell'area dell'euro, con il pericolo che questa decisione penalizzi ancor più la domanda interna che in questi ultimi anni ha subito delle contrazioni pesantissime. Si pensi che nel 2012 i consumi delle famiglie italiane sono crollati del 4,2% e quelli relativi ai beni durevoli quasi del 13%".