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Polo Nazionale della Subacquea: le aspettative di PMI, Università e Centri di Ricerca In evidenza

di Anna Mori – Molto alte le aspettative su quanto il PNS potrà portare: sinergie, collaborazioni, trasferimento tecnologico, progetti, nuove tecnologie, business e crescita.

Uno dei principi cardine del Polo Nazionale della dimensione Subacquea inaugurato ieri presso la struttura del CSSN – Centro di Supporto e Sperimentazione Navale della Marina Militare, è la creazione di un ambiente partecipativo e la collaborazione sinergica tra Istituzioni, Grandi Imprese, Piccole e Medie Imprese, Università e Centri di Ricerca per lavorare su progetti congiunti, favorire l’innovazione tecnologica, la crescita e la messa in campo di nuove tecnologie nel settore dell’Underwater.

Durante l’evento, Gazzetta della Spezia ha incontrato il Distretto Ligure delle Tecnologie Marine, l’Università di Genova, il CNR-ISMAR e alcune Piccole e Medie Imprese per conoscere che cosa si aspettano dal neo-costituito Polo della Subacquea.

DISTRETTO LIGURE DELLE TECNOLOGIE MARINE:

Il Distretto Ligure delle Tecnologie Marine (DLTM) è un esempio di collaborazione emblematica tra imprese, enti di ricerca, università e aziende che dalla Spezia abbraccia tutta la Liguria. E’ nato con l’obiettivo di creare un collegamento tra Imprese e Ricerca e ottimizzare l’aggregazione delle competenze attive dei soci nel campo delle “Tecnologie Marine” sul territorio, rendendole maggiormente fruibili alle imprese liguri.

“Con l’inaugurazione del Polo Nazionale della Dimensione Subacquea – così in una nota del Distretto Ligure delle Tecnologie Marine - La Spezia conferma una volta di più di essere sede naturale della Blue Economy e del sistema ad essa correlato: insieme alla presenza di cantieri, università, aziende, centri di ricerca, la creazione del Polo sarà ulteriore occasione di mettere a sistema l’esistente nell’ambito di una nuova eccellenza nazionale.

A dare ulteriore importanza a questo progetto la collocazione nel Centro di Supporto e Sperimentazione Navale di viale San Bartolomeo, struttura della Marina Militare: una scelta che conferma il ruolo strategico di quest’ultima per la città e il territorio.

Il Distretto Ligure delle Tecnologie Marine, che è il Polo regionale della Blue Economy e vede molti dei suoi soci inseriti in questo nuovo progetto, fondato sulla ricerca e sull’innovazione di un settore tradizionalmente al centro delle attività nello Spezzino – leggiamo ancora - sta sviluppando attività di ricerca nell’ambito del dominio Underwater. Garantisce il proprio supporto a favore delle attività del Polo e assicura la propria disponibilità in tal senso.

Auguriamo buon lavoro e vento in poppa a tutti i componenti del Polo Nazionale della Dimensione Subacquea, nell’interesse del nostro territorio e del paese intero”.

UNIVERSITA’ DI GENOVA:

L’Ateneo genovese con 5 percorsi di laurea triennale, 7 lauree magistrali e un dottorato di ricerca, propone la più ricca offerta formativa a livello nazionale dedicata alle Scienze e Tecnologie del Mare. A tali percorsi si aggiungono altri insegnamenti dedicati al mare, inseriti in altri Corsi di Studio per un totale di più di 200.
Tutte queste discipline sono riunite nel Centro del Mare, nato presso l’Università di Genova per valorizzare le numerose competenze legate all’ambito marino presenti presso l’Ateneo.

“L’Università di Genova come ‘Centro del Mare’ – spiega il Vicepresidente Prof. Enrico Rizzuto - ha molte competenze specifiche dedicate proprio al mare in tutte le sue declinazioni, tra queste quella della subacquea.
Come Università siamo interessati a tutto quello che riguarda lo sviluppo del mare e in particolare abbiamo cognizioni logiche specifiche sui veicoli sottomarini e sulla parte robotica Underwater, conoscenze già sviluppate che possiamo mettere a disposizione.

"L’Università di Genova ha poi competenze utili al tema anche nel settore della Giurisprudenza, quindi legate alla tutela legale degli impianti sottomarini – aggiunge il Prof. Rizzuto - un tema di particolare attualità. Infatti pare che manchi una moderna normativa internazionale di protezione di queste condotte o cavi. Sembra che l’ultimo trattato sul tema risalga alla fine dell’800".

"Quindi, c’è un grande fermento sull’aspetto sottomarino – prosegue - che attraversa aspetti interdisciplinari: non solo tecnici e legali, ma anche ad esempio storici legati all’archeologia subacquea
Come Università votata la mare – conclude - siamo interessati a seguire tutti gli sviluppi che verranno messi in campo per la valorizzazione dell’ambito sottomarino”.

CNR-ISMAR

L’Istituto di Scienze Marine del CNR svolge attività di ricerca fondamentale e applicata in oceanografia fisica, chimica e biologica e in geologia marina. L’obiettivo è contribuire allo studio dei processi oceanici e della variabilità climatica, allo sviluppo di sistemi/servizi per l’osservazione, la protezione e la gestione sostenibile dell’ambiente marino e delle coste.

“Sviluppiamo tecnologie in ambito scientifico – spiega Simone Marini – che possono essere utilizzate sia in ambito civile che militare, nel contesto della sicurezza e della subacquea.

Quello che ci aspettiamo dal PNS è sostanzialmente la possibilità di collaborare con Enti e Imprese che partecipano all’iniziativa, sia dal punto di vista scientifico che di sviluppo tecnologico. La nostra tecnologia può essere impiegata in contesti di sicurezza, scientifici, industriali e il PNS è un contesto ricco di potenziali partner.

In molti si sono fermati al nostro stand e hanno chiesto informazioni sulla nostra tecnologia, questa è la dimostrazione che c’è interesse per l’ambito della ricerca e del trasferimento tecnologico, che significa trasformare un prodotto della ricerca in un prodotto di innovazione.

Oggi abbiamo portato una videocamera intelligente che acquisisce immagini e ne interpreta il contenuto a bordo e in funzione di questo può eseguire determinate operazioni. Può trasferire informazioni rilevanti e tralasciare quelle non rilevanti. A seconda di quanto viene inquadrato dalla telecamera, questa può anche interagire con veicoli e altri strumenti.

In ambito scientifico serve per monitorare ambienti sottomarini, anche remoti, quali l’Antartide e il mare profondo. In ambito sicurezza può essere utilizzata per monitorare un’infrastruttura sensibile, ad esempio una tubatura o una conduttura, per controllarne le condizioni e la sicurezza. Quando si manifesta un evento pericoloso, ad esempio una perdita di gas, l’elettronica e l’intelligenza a bordo della camera se ne rendono conto e possono trasferire verso l’esterno queste informazioni. E’ concepita per essere messa in mare e funzionare in modo autonomo anche per un anno. In Antartide ha funzionato per due anni in un contesto estremamente remoto.

Può monitorare anche le specie marine, e quindi collaborare alla protezione ambientale. Attualmente abbiamo installato una camera su una piattaforma di fondale per il monitoraggio di una zona ricca di coralli.

Abbiamo installato la telecamera anche a bordo di veicoli autonomi, in questo caso interagisce con essi, può interfacciarsi alle facilities del veicolo, ma anche prendere decisioni autonome rispetto a questo.

Questo prodotto è un brevetto europeo in co-titolarità con un’azienda genovese che si occupa della parte di Intelligenza Artificiale. Sono coinvolte anche altre imprese: una realizza l’elettronica, altre locali della Spezia si sono occupate della progettazione e costruzione dell’involucro, altre della connessione e dell’illuminatore”.

EDGELAB SRL

Edgelab è una PMI innovativa, che progetta e produce veicoli autonomi sottomarini (AUV), veicoli autonomi di superficie (ROV) e boe intelligenti. Tutti i prodotti dell’azienda sono personalizzati con un corredo di sensori, telecamere e strumenti di comunicazione, che si adattano alle esigenze delle missioni che devono essere effettuate. Gli ambiti di attività sono quelli della sicurezza, del monitoraggio ambientale, della protezione del patrimonio culturale e archeologico sommerso.

“Vi sono tante aspettative da questo Polo Nazionale della dimensione Subacquea – evidenzia Michele Cocco CEO dell’azienda - soprattutto da parte delle Piccole e Medie Imprese. Fare attività nel campo delle tecnologie del mare, sia essa ricerca di base, sviluppo industriale, o produzione, è complicato, perché lo sono spesso i requisiti logistici. Le infrastrutture di supporto sono complesse e per questo non è un caso che tutti i maggiori player del settore nel mondo stringano partnership con i grandi gruppi. Per le PMI – prosegue - avere accesso ad una Base, ad una condivisione di logistica e di infrastrutture, a un team di supporto, è sicuramente un passo avanti positivo, altrimenti diventa troppo costoso e complesso per una PMI gestire le operazioni.

Poi c’è un altro valore aggiunto portato dal PNS – aggiunge Cocco - ovvero quello della rete: all’interno della stessa struttura si troveranno a collaborare PMI che lavorano in settori affini e simili, quindi al di là delle ovvie sinergie, sarà anche l’occasione per sviluppare tecnologia insieme, fondersi e crescere in un settore che è in pieno sviluppo nel mondo e nel quale c’è spazio per tutti: per adesso e ancora così, ma con il tempo non lo sarà più– conclude - per cui è importante che ci sia questa opportunità per accelerare il processo”.

BK SRL

BK è una piccola media impresa che si occupa di sviluppo software con una consolidata esperienza che travalica la vita dell’azienda che ha compiuto 21 anni e mezzo, nata a giugno 2002. Questa esperienza si basa sul saper fare software ‘real time’ integrato in sistemi particolari che possono essere sia civili che militari.

“Abbiamo sviluppato una bella esperienza applicando anche il ‘real time’ alla simulazione con rappresentazione grafica in 3D, che poi pian piano è diventata realtà virtuale – spiega Francesco Lupi CEO dell’azienda - Svolgiamo servizi di supporto allo sviluppo software presso i nostri clienti oppure realizziamo progetti su loro specifiche, il terzo ambito è quello di sviluppare progetti volti a diventare prodotti. Da questo nasce anche la nostra felice esperienza con i progetti regionali, in quattordici anni ne abbiamo realizzati dieci e adesso ce ne siamo aggiudicati altri due, raggiungeremo, quindi, i 12 progetti nell’arco di quindici anni.

Indubbiamente il Polo permetterà alle PMI di avere una visibilità nazionale e internazionale – prosegue Lupi - che sicuramente una piccola impresa da sola non riesce ad avere. Sono inoltre importanti le sinergie interne tra i vari partner.

Nel nostro particolare, abbiamo realizzato sistemi di addestramento virtuale orientati al mondo della subacquea – conclude Lupi - intravvediamo la possibilità che questi prodotti possano essere offerti come servizio, sia agli operatori che fanno parte del PNS, che anche ad esterni interessati a queste tematiche”.

GRAAL TECH

Graal Tech dal 1998 progetta, realizza e commercializza soluzioni meccatroniche per l’esplorazione marina con l’obiettivo di creare valore attraverso lo sviluppo di risposte dedicate e innovative alle richieste del cliente. Per questo, l’azienda realizza robot componibili, che offrono un elevato grado di personalizzazione, sia a livello di software che di ingegneria. L’azienda ha iniziato la sua attività come spin-off dell’Università degli studi di Genova, fino a diventare un attore importante nel campo della Ricerca e Sviluppo.

“Prima della costituzione del Polo Nazionale della dimensione Subacquea -spiega il CEO Andrea Caffaz - come azienda abbiamo già partecipato ad alcuni Progetti di Ricerca Nazionali Militari (PRNM) o di altra tipologia, alcuni anche con la Marina Militare. Talvolta, per condurre le nostre sperimentazioni abbiamo frequentato gli spazi sia a terra che a mare del CSSN.

Grazie alla costituzione del PNS speriamo che questa collaborazione continui amplificata – aggiunge Caffaz - e di poter partecipare a progetti di ricerca e sviluppo guidati dalla Marina e dalle Grandi Imprese, quali Leonardo e Fincantieri, mettendo a disposizione i nostri mezzi e tecnologie, magari per sviluppare insieme a loro anche altre nuove tecnologie e prodotti”.

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