Gli immigrati continuano a essere impiegati nelle mansioni meno qualificate, ma sempre più spesso le imprese, in particolare quelle piccole nei pochi casi di assunzioni, scelgono disoccupati "locali". A confermarlo sono i numeri rilevati dall'Ufficio Paghe di Confartigianato sulle aziende al di sotto dei venti dipendenti. «L'occupazione straniera nelle piccole realtà produttive - conferma Marco Carloni, Responsabile Area lavoro Confartigianato - è ovviamente calata negli ultimi due, tre anni. Alla Spezia molto spesso le famiglie di immigrati stentano a lasciare tutto e partire per altre destinazioni, spesso sono ben integrati nella comunità e i figli vanno a scuola perciò si cercano soluzioni alternative». Nonostante la crisi il 90 per cento degli imprenditori ritiene che i propri dipendenti stranieri non abbiano intenzione di lasciare l'Italia. Mentre ci saranno sempre più italiani senza lavoro a competere per le basse qualifiche crescerà il numero di stranieri di seconda generazione (diplomati e spesso anche laureati) pronti e motivati a competere per qualifiche più elevate. Un fenomeno che il territorio e le imprese stanno già cominciando a sperimentare: geometri, impiantisti, estetiste e laureati stranieri. Passando poi al settore dell'assistenza familiare lo scenario cambia. II mercato delle badanti straniere, nonostante molte donne italiane abbiano perso l'occupazione, non registra cali. Evidentemente l'assistente domiciliare H24 che arriva dalla Repubblica Dominicana, dall'Ucraina e dalla Moldavia non trova competitor sul territorio. Perciò le famiglie continuano a cercare donne straniere per l'assistenza degli anziani.