• + 82% per l'acqua;
• + 63,6% per il gas;
• + 61,9% per i rifiuti;
• + 52,8% per i pedaggi autostradali;
• + 51,9% per i trasporti urbani;
• + 49,9% per i trasporti ferroviari;
• + 46% per l'energia elettrica;
• + 33,5% per i servizi postali.
Solo i servizi telefonici hanno registrato una contrazione del 10,7%, mentre l'inflazione è cresciuta del 25,9%. "I rincari del gas – dichiara il direttore di Confartigianato, Giuseppe Menchelli – hanno sicuramente risentito del costo della materia prima, mentre l'energia elettrica dell'andamento delle quotazioni petrolifere e dell'aumento degli oneri generali di sistema, in particolare per la copertura degli schemi di incentivazione delle fonti rinnovabili. I trasporti urbani, invece, hanno subito gli aumenti del costo del carburante e quello del lavoro. Non va dimenticato che molti rincari sono stati condizionati anche, e qualche volta soprattutto, dall'aggravio fiscale . Tuttavia, nonostante i processi di liberalizzazione avvenuti in questi ultimi decenni abbiano interessato gran parte di questi settori, come ha sottolineato nei giorni scorsi l'Autorità per l'energia, i risultati ottenuti sono stati poco soddisfacenti. In linea di massima oggi siamo chiamati a pagare di più, ma la qualità dei servizi non ha subito miglioramenti sensibili. A livello locale, invece, il ritocco all'insù delle tariffe, che di anno in anno hanno visto sempre un aumento, anche a causa dei problemi di Acam, spesso è servito a far cassa, compensando, solo in parte, il taglio dei trasferimenti imposti in questi ultimi anni dallo Stato". Salvo cambiamenti che il Governo potrebbe introdurre, l'altra grossa preoccupazione è la Tares molto più salata della vecchia Tia/Tarsu. Rispetto a quello del 2012, il gettito complessivo della nuova tassa sull'asporto rifiuti sarà superiore di quasi 2 miliardi di euro.