Una procedura della durata temporale eccessiva, attivata nel 2006, si è conclusa con il voto unanime di tutti i rappresentanti responsabili delle Istituzioni interessate; sottolineo questo elemento che ritengo essenziale per una valutazione serena e non strumentale delle conclusioni cui si è arrivati e che dimostra come persone, ribadisco responsabili, siano giunte ad una deliberazione unanime che sicuramente ha tenuto conto del rapporto costi-benefici nel caso in esame.
E' chiaro che una visione bucolica dell'ambiente appartenga ad un manierismo ambientalista che, talvolta, intrigando l'opinione pubblica, fa dimenticare che l'uomo non è mai stato così longevo e non ha mai vissuto così bene nella sua plurimillenaria storia se non da quando l'impiego estensivo dell'energia ha consentito qualità di vita e produzione di beni e servizi (anche sanitari) adeguati ai bisogni di buona parte delle popolazioni. Ma anche nel campo delle scelte energetiche occorrerebbe una capacità di valutazione diversa da quelle che abbiamo fino ad oggi manifestato (nucleare, pannelli solari, ecc.).
Ma la conclusione delle procedure di AIA ha come corollario elementi che giudico positivi per la nostra città: ricadute economiche per i lavori di miglioramento ambientale previsti e che mi aspetto le nostre imprese sappiamo cogliere; i monitoraggi socio ambientali utili a discutere con dati e numeri e non con ideologismi preconcetti; denaro fresco per il Comune che potrà così sostenere ancor meglio anche il Polo Universitario; aree utili per insediamenti produttivi di cui si avverte forte il bisogno.
La vocazione industriale che ha fatto grande nel passato la nostra città esce rafforzata da questa vicenda ed auspico che una riflessione su quanto sta accadendo nel nostro Paese da ormai cinque anni consenta di valutare l'importanza della creazione di lavoro e ricchezza per una ripresa di crescita che dia prospettive possibili per un futuro oggi molto incerto. La decrescita non è mai felice.
Attendiamo ora la firma del decreto da parte del Ministro.
Giorgio Bucchioni